Dai tormenti al punto più basso, toccato quando è tornato a Firenze da avversario. Ora un finale in crescendo
Due gol di fila in casa da quando è un giocatore della Juventus non li aveva mai fatti. E questo già fa capire tanto su come sia andata la sua stagione. Ma Nico Gonzalez da quando è arrivato Tudor sembra un altro e una domanda infatti sorge spontanea tra i tifosi bianconeri: qual è il vero Nico? Questo o quello che ha toccato il punto più basso della sua esperienza in bianconero quando è tornato a Firenze da avversario? Probabilmente la verità, per quanto visto finora, è che la versione bianconera dell’argentino più vicina alla realtà sia una via di mezzo ma adesso – in questa fase decisiva per la Champions – il piatto della bilancia che pesa di più è quello che fa pensare a un Nico rigenerato e che nei momenti decisivi sa rispondere presente. In questo contesto ottimista, il manifesto per il futuro è Juve-Udinese: un gol che ha sbloccato la partita, preceduto da un palo a pochi secondi dall’intervallo, due tiri nello specchio, tre sponde, dieci duelli di cui quattro vinti. Certo, ha anche sbagliato, le imprecisioni non sono mancate. Non è stata una partita perfetta ma è stata una gara di sostanza.

con motta e con tudor
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Premessa al paragone: con Thiago ha giocato oltre tre volte tanto, tenendo in considerazione tutte le competizioni da agosto 2024 all’ultima partita in cui si è visto l’italo-brasiliano, quel Fiorentina-Juve fatale per il tecnico e punto più basso dell’esperienza in bianconero di Nico. Però il primo dato che balza all’occhio è che l’argentino col croato ha giocato sempre titolare. Sta bene fisicamente e mentalmente. “L’allenatore lavora sull’aspetto mentale ogni giorno” ha detto di Tudor dopo Monza. Apprezzamento preciso. Ora pratica molto più di prima la fascia destra, è aumentata la percentuale di passaggi nella metà campo avversaria e il numero di passaggi chiave a partita. Due gol in 8 gare contro i 3 nelle 26 della prima parte di anno in cui comunque, è giusto ricordarlo, Nico ha anche saltato 13 partite per infortunio. Veniva fischiato anche allo Stadium, ora a casa sua finalmente sente più applausi che mugugni. Per dirla con le parole di Tudor, l’argentino forse adesso è riuscito a uscire da quel “buco profondo” in cui era sprofondato con tutta la squadra.
per la champions e per lui
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“Sono contento per il gol ma di più per la vittoria – ha detto dopo l’Udinese –. Sapevamo che mancavano due finali, ne abbiamo giocata una, adesso manca la prossima e dobbiamo prepararci bene per affrontarla nel migliore dei modi. La Champions è il nostro obiettivo, dei tifosi, della società, ed è per quello che dobbiamo andare lì a dare tutto. La Juve deve andare in Champions”. Con l’Udinese ha segnato il terzo gol in campionato (quinto stagionale con gli altri due fatti in Champions e Coppa Italia): il primo e l’ultimo sono stati utili a sbloccare la partita, il secondo ha regalato la vittoria a Madama quando a Monza era sull’1-1. Un finale in crescendo – aspettando i 90 minuti di Venezia – non cancella le delusioni di un’annata sotto le aspettative ma quando il club andrà a fare un bilancio non potrà non tenere conto di quanto l’argentino voglia chiudere al meglio questa stagione. Per la Champions e per lui stesso.
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