I miglioramenti dell’esterno d’attacco, che si era fermato 20 giorni fa, sono sensibili e potrebbe rientrare a metà mese
“Maledetto” il soleo che t’ho incontrato: perché una volta è capitato a Politano e una ad Anguissa, una a Olivera e due a Mazzocchi, e si fa in fretta ad imprecare al vento, che spinge oltre i propri sogni. Però pure il «semimembranoso della coscia sinistra» di Neres rientra tra le zone irritanti di questo pazzo, pazzo mese, speso a contare i giorni ormai finiti e i casi clinici in cui il Napoli s’è imbattuto: l’emergenza sta per finire, ancora un po’, intanto prima che si fermasse Anguissa, in infermeria era sfilato Mazzocchi, il 15 febbraio a Roma con la Lazio, che sta per uscirne, e prima di lui, Spinazzola il 2 sempre all’Olimpico e Olivera, che giocando d’anticipo s’era trovato fuori alla fine di gennaio, dopo la sfida con la Juventus.
Un filo di luce
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Ma che sia «soleo» o che sia «lesione distrattiva del muscolo semimembranoso», la dinamica è sempre la stessa: finisce una partita, senza apparenti danni, e manco il tempo di rivestirsi per la seduta d’allenamento successivo che s’avverte un dolorino. Neres si è fermato venti giorni fa, al termine della gara con l’Udinese, e ora che si sta per entrare nel rush finale, e c’è bisogno di chiunque ma soprattutto della velocità e della fantasia già volata via con la cessione di Kvaratskhelia al Psg, il brasiliano rimane un fattore, anzi di più. Il Napoli conta le ore che lo separano dal via libero dello staff medico, che in circostanze del genere deve andarci cauto: la tabella è stata rispettata, i miglioramenti sono sensibili e se la cattiva sorte si distrae un attimo, contro il Venezia ci sarà modo e spazio per smetterla, a Castel Volturno e al Maradona, di avvertire quel senso di saudade che ha colto chiunque. Il sorriso un po’ canaglia di Neres, che ieri è sceso dal Van al termine dell’allenamento ed ha firmato autografi per i tifosi in attesa, ha smorzato l’ulteriore preoccupazione che s’è colta quando all’ala sudamericana è stato chiesto come stai? «Male, male», risposta con un ghigno malizioso. Sarà stata scaramanzia, che non ha confini, attecchisce ovunque, tranne al soleo e al muscolo semimembranoso.

