Primo contatto tra i due club: gli emiliani non arretrano dalla richiesta di 40 milioni di euro
Le chiamano trattative eppure sembrano maratone: una folla che si può immaginare scatenata su una fascia (o anche su due) e il traguardo che – sarà un miraggio? – improvvisamente s’avvicina. Oppure no. Dan Ndoye ha il dono della corsa, mica solo quello, e sono mesi che ormai con il Napoli si stanno inseguendo: cominciarono a gennaio, pare una vita fa, poi hanno continuato nella penombra e, chi l’avrebbe detto?, rieccoli qua, uno a fianco all’altro, con il Bologna che li sovrasta, che provano a prendersi. D-day è questo lunedì che ritrascina nel mercato dopo un weekend apparentemente carico di ozio ma realisticamente riempito con telefonate per sondare o annusare l’aria: rispetto al post-Kvaratskhelia, i giorni in cui il Napoli aveva disperatamente bisogno di un esterno offensivo, è cambiato poco, solo il costo di un’operazione che ora va affrontata evitando d’attorcigliarsi. Giovanni Manna ha una lista con delle priorità e Dan Ndoye (25) sta davanti al gruppo degli altri pretendenti da consegnare poi ad Antonio Conte: alle spalle, neanche defilati, ci sono Lookman (28 a ottobre), Chiesa (28 sempre a ottobre e proprio il 25 del mese, come lo svizzero), poi Lang (26). Non è una questione anagrafica, neanche squisitamente economica, lo è tecnica e Ndoye viene considerato dal Napoli la figura più rassicurante per darsi equilibri nuovi, per riuscire a fondere le due fasi, per annusare i suoi gol, godersi i suoi assist (6), arricchirsi della generosità in copertura che diventa un fattore. Però adesso non basterebbero più i 25 milioni che un tempo sarebbero stati sufficienti per definire anche immediatamente l’affare: a 40 si chiude, ma così sarebbe troppo facile. Ci sarà da perdersi tra Sartori e Manna, dt e diesse, in quel limbo che separa – una quindicina di milioni, mica pochi – e che va colmato in qualche modo: dialogando su aspetti che in storie di questo genere sembrano irrilevanti e invece sono centrali.
il sì
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Ma c’è una volontà comunque, quella di riuscire a spingersi verso l’alto e magari verso il basso per accontentare un calciatore dal quale il Napoli ha già ottenuto il gradimento: gli ottocentomila euro di ingaggio si triplicherebbero, e sarebbe già una rilevante ragione, ma a Ndoye piace rimettersi in gioco ad altissimi livelli, assaporare ancora la Champions, lottare in difesa di uno scudetto e comunque accomodarsi nell’establishment del calcio europeo, già frequentato col Bologna. Se in passato, per ammorbidire la spesa, il Napoli avrebbe voluto inserire Ngonge, stavolta il tentativo starebbe per coinvolgere Alessandro Zanoli (25 pure lui a ottobre), esterno di fascia destra, che nella sua carriera ha iniziato dal basso e che Patrick Vieira al Genoa ha lasciato evolvere, inventandoselo anche come terzo offensivo. Zanoli è un’opzione però laterale, se ne può parlare a parte, il Bologna gradirebbe prenderlo in prestito – poi si capirebbe le modalità del riscatto – e comunque tenere separate le due questioni, perché Ndoye è fonte di ricchezza, consente di addobbare il proprio bilancio per poi garantirsi nuovi investimenti, considerata la fertile fantasia di Sartori.
braccio di ferro
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E comunque non sarà una passeggiata di salute, guai sospettarlo, perché c’è sempre dissonanza tra gli interessi di chi vende e di chi acquista: stavolta, a facilitare la questione c’è il desiderio di Ndoye che ha avuto già modo di interloquire con il Napoli, ne ha avvertito la considerazione, ha accettato con entusiasmo di essere argomento della discussione. Il contratto è invitante, non ancora tratteggiato nei particolari (e non si sarebbe potuto) ma tracciato. Prima, però, avranno da dirsi il Napoli e il Bologna.
esterni a due
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E ovviamente non finisce poi qua, perché l’anno che verrà andrà vissuto dentro un calendario ricco di appuntamenti e sarà necessario avere opzioni possenti: Politano e Neres sono pilastri sistemati a destra (e il brasiliano volendo anche a sinistra), ma nel puzzle non basterà solo Ndoye. In corsia sarà necessario inserire perlomeno due uomini, quindi, Ndoye più un socio: spalla a spalla, come nelle maratone più sfibranti.
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