A differenza dello scorso anno Romelu potrà iniziare la preparazione con i compagni
La vita è adesso, mica un anno fa, nella solitudine di Cobham, con i pensieri spettinati ad affollarti la testa, fino a quel 29 agosto in cui poi cambiarono le prospettive e anche l’umore di Romelu Lukaku: “Quando Conte m’ha chiamato io ho immaginato immediatamente che avremmo vinto. Ma non glielo dissi per non sentirmi dare del pazzo”. E però anche le pazze idee, li chiamerebbero sogni, a volte nascono all’alba: e fu così, che tra uno scatto e l’altro, alla periferia sud-ovest di Londra, Romelu Lukaku si lanciò in un orizzonte azzurro, che adesso gli appartiene per intero: trentasei presenze, quattordici gol, dieci assist, altro che bomber da “rottamare”, perché fu subito chiaro – a Big Rom prima che agli altri – che quel mese senza ritiro avrebbe avuto un costo da fronteggiare con sangue, sudore e sacrificio. “Ho dovuto lavorare alla morte. Essere arrivato in ritardo non mi ha aiutato, sono stato me stesso soltanto negli ulti tre mesi”.
fatica
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Non si diventa Lukaku dalla sera al mattino successivo e stavolta, avendo tempo dinnanzi a sé, e volendo saziarsi ancora con quell’entusiasmo che per giorni l’ha commosso, Sua Maestà il bomber ha giocato d’anticipo, s’è tuffato nelle raccomandazioni del proprio allenatore ed ha lanciato l’ennesima sfida a se stesso: “sopravvivere” al metodo Conte, che in ritiro raggiunge vette di fatica insospettabili per chi non avesse mai avuto a che fare con quel tecnico “amabilmente” ossessionato dalla cultura del lavoro. Il Lukaku social, e si vede, non ha più chili da smaltire come ad agosto 2024, né silenzi “rumorosi” da assorbire, che in quei momenti facevano male: il suo ritiro è cominciato tra il Belgio e la Turchia, perché a Dimaro-Folgarida, dove farà molto ma molto caldo, bisognerà arrivarci preparati e padrone di questo Napoli che ormai è suo.
che fisico
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E a scanso di equivoci o magari per inviare un messaggio subliminale a chi per un bel po’ ha mostrato diffidenza per quei muscoli d’acciaio (“all’inizio c’erano tanti dubbi su di me”), Lukaku ci ha messo la faccia e anche il fisico, s’è lasciato fotografare con il volto stanco e il sudore che ne sottolineava la fatica in vista del campionato e della Champions League e della Coppa Italia e della Supercoppa: fra dieci giorni, appuntamento a Castel Volturno, saranno test atletici e visite mediche; e poi, in volo verso Dimaro-Folgarida, per il primo ritiro con la maglia del Napoli, portandosi appresso il peso di “ripetute” che stavolta somigliavano assai poco a quelle in casa-Chelsea. Perché stavolta il re (quasi) nudo ha l’espressione fiera di chi non vede l’ora di ricominciare a dimostrare che l’età – 32 compiuti a maggio – è semplicemente un aspetto anagrafico. Quelli come lui lasciano la carta d’identità sul comodino.
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