Tutto è iniziato con Rafa Benitez nell’estate del 2016 e dopo svariati tentativi andati a vuoto. Anguissa, McTominay, Lulalum De Bruyne… De Laurentiis sta costruendo il suo Napoli 3.0 pescando dal campionato inglese
God save the King e però anche la Premier, che da un po’ diventata la terra preferita di Aurelio De Laurentiis, questa specie di Re Mida che trasforma in oro pure le sterline. Viva, viva, viva l’Inghilterra (cit. Baglioni), divenuto il cavallo di battaglia di Adl nelle sue variopinte battaglie dialettiche sulla purificazione del calcio – i riferimenti alla Thatcher, alla guerra agli hoolingans – o sul miracoloso sviluppo del mercato televisivo, sui proventi e gli effetti carezzevoli della vendita dei diritti all’estero. Poi, però, Adl è sceso in campo, fisicamente, e ha deciso di fare la spesa a modo suo, come se andasse da Tiffany mica da Harrods, s’è accomodato a Liverpool e s’è portato via dal Chelsea Rafa Benitez (2013). Due mesi dopo se ne è andato ad Anfield e si è messo l’antifurto alla porta con Pepe Reina, ed essendo un visionario – uno che guarda oltre – ha poi aspettato che arrivassero giorni migliori, prima di investire ancora.
