Napoli, Buongiorno recuperato: il difensore pronto al rientro dal 1′ contro la Lazio

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Ha giocato l’ultima partita il 14 dicembre. In coppia con Rrahmani può ridare solidità

Antonio Giordano

Se bastassero i numeri, sarebbe tutto più semplicemente banale. E se pure dovessero servire le sensazioni, dinnanzi al bicchiere si resterebbe con il naso all’insù: ma è mezzo pieno o è mezzo vuoto? Se fosse sufficiente starsene con le statistiche in mano, si potrebbe finire egualmente con il cervello all’ammasso, alla ricerca di un perché: e la risposta, è garantito, non arriverebbe. Senza perdersi nelle addizioni e nelle sottrazioni, ecco il Napoli in rapida sequenza dal giorno in cui l’ha abbandonato Alessandro Buongiorno, ed era il 16 dicembre: sette vittorie, due pareggi, tre partite consecutive senza subire lo straccio di un gol (con il Venezia, a Firenze e con il Verona) e poi, in fila, cinque reti in quattro gare, che lasciano accendere una spia, perché nel calcio va così quando t’accorgi è stato bruciata un’occasione. 

paradosso

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E in sostanza, teoricamente, non è cambiato granché: il Napoli resta la miglior difesa del campionato saldamente (17 reti subite, poi c’è la Juventus a 21) ma qualcosa è mutato, anzi parecchio, perché Conte ha scoperto gli effetti dannosi dell’emergenza, ha perso Mathias Olivera (niente Juventus, Roma e Udinese) e domenica sera s’è accorto che Leonardo Spinazzola, il sostituto ideale della fascia sinistra, s’era dovuto arrendere (“lesione del medio gluteo destro”, un paio di settimane a riposo se tutto andrà bene), ed ha dovuto rilanciare Pasquale Mazzocchi, un jolly restituito alle proprie origini. 

differenze

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Il Napoli ha pagato a Roma un’ingenuità al 93’, costata due punti, e con l’Udinese un pasticciaccio collettivo, che due minuti dopo l’euforia per la rete di McTominay è diventata una doccia gelata. S’è aperta insomma qualche crepa nel muro o forse nelle certezze d’una fase difensiva divenuta ad un certo punto una specie di assicurazione sulla vita tranquilla. E basta poco, a volte persino niente, pure un alito di vento, per togliere le sicurezze conquistate in sei mesi di coperture delle diagonali di passaggio, di densità, di quel vocabolario dal quale inaspettatamente compare minacciosa la parola: paura! 

rieccolo

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Però dall’infermeria arrivano segnali confortanti: Buongiorno sta meglio, ha visto due partite dalla panchina, sta procedendo a passi da gigante verso il recupero, potrebbe rientrare all’Olimpico, contro la Lazio, andando a formare di nuovo la coppia di granito con Rrahmani, e consentendo a Conte di aprire al ballottaggio a sinistra tra Juan Jesus e Mazzocchi, da ipotizzare eventualmente nelle diverse nature delle partite all’orizzonte. Il tandem centrale ne ha giocate quindici assieme, con una media che aiuta a comprendere: sette reti subite, tre delle quali con l’Atalanta. Pure per Watson sarebbe elementare.



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