Napoli, attacco a 5 stelle: ecco come può giocare in avanti Conte

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Lukaku e McTominay saranno ancora certezze. E Lang ha quella sfrontatezza che mancava in rosa

Dal nostro inviato Vincenzo D’Angelo

Una vecchia teoria afferma in modo piuttosto perentorio che la migliore difesa resta l’attacco. Possibile? Di sicuro, il primo Napoli di Antonio Conte è passato alla storia per aver vinto uno scudetto al primo tentativo esaltando l’arma che per decenni ha contraddistinto lo stile dell’Italia: la difesa. Conte ha trasformato in pochi mesi una squadra distratta e impaurita in un blocco di cemento quasi impenetrabile. Una barriera ritirata su pezzo dopo pezzo, dopo il disastroso campionato post terzo scudetto. Antonio è ripartito dalla base, da quella solidità difensiva su cui aveva costruito anche le cavalcate trionfali con Juve, Chelsea e Inter. Ora, però, si passa al secondo step: perché, se ripetersi resta ancora più complicato di vincere, farlo con gli stessi numeri offensivi dello scorso campionato appare impresa ai limiti dell’impossibile. Sono bastati 59 gol agli azzurri per cucirsi addosso il tricolore, ma anche per rendere evidente il primo aspetto su cui migliorare: la fase offensiva. 

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L’uomo in più

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Ripercorrendo il percorso dello scorso anno, si vede ancor più nitida la mano del tecnico leccese. È partito con il 3-4-2-1, per passare poi al 4-3-3. E partita dopo partita, anche il suo Napoli sembrava diventare sempre più fluido nella costruzione del gioco e delle occasioni. Spesso è mancata la mira sotto porta, vero, ma in altre circostanze anche la qualità negli ultimi 30 metri. Per questo, ora, Antonio sta lavorando su un Napoli a trazione anteriore, con cinque stelle offensive sempre in campo. Tutto gira attorno al talento di Kevin De Bruyne, non un centrocampista qualsiasi ma uno dei migliori interpreti del ruolo degli ultimi dieci anni. Kevin vede corridoi dove altri non vedono nemmeno lo spazio per far passare il pallone, ha capacità di calcio con entrambi i piedi, gestisce tempi e ritmi. Ed è un eccellente palleggiatore nello stretto. A Manchester è stato per anni il re degli assist, anche per quella capacità di trasformare ogni calcio d’angolo o punizione laterale in opportunità da gol. Conte lo sta provando da mezzala e Kevin spazia su tutto il fronte d’attacco, illuminando nello stretto ma anche col lancio lungo. 

Ultimi re

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L’inserimento viaggia spedito, anche grazie all’amico-fratello Lukaku. I due insieme hanno portato il Belgio al primo post nel Ranking Fifa, senza mai riuscire ad alzare un trofeo. Ora si sono messi in testa di ribaltare la storia in maglia azzurra. E Napoli non vede l’ora di scoprire l’effetto che fa. Romelu lo scorso anno è stato spesso bersaglio di critiche, ma poi ha chiuso da protagonista assoluto: 14 gol e 10 assist, marchiando a fuoco il suo secondo scudetto italiano dopo quello con l’Inter. Un titolo, però, che porta la firma assoluta di Scott McTominay, mvp dell’ultima Serie A, decisa proprio grazie alla sua esplosione offensiva nell’ultimo mese, culminata con la rovesciata al Cagliari diventata il manifesto del quarto scudetto della storia azzurra. Scott sta facendo lavoro differenziato, ma appena starà bene tornerà ad essere una chiave degli assalti del Napoli

L’oro in fascia

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Il punto di partenza tattico sarà ancora il 4-3-3, ma poi il Napoli – come sempre – saprà cambiare vestito in corsa. E ha gli uomini per esplorare altri lidi. Con Anguissa e McTominay al centro, alzando De Bruyne, si può passare rapidamente al 4-2-3-1. Numeri, che contano il giusto. La differenza sta sempre nell’interpretazione. E in ogni caso sarà fondamentale il lavoro di Neres e Lang in fascia per accendere la luce offensiva. Da loro il Napoli si aspetta strappi e guizzi, dribbling e cross, assist e gol. Conte vuole essere dominante e punta ad assaltare sempre la porta avversaria con almeno cinque uomini. Cinque stelle, in questo caso: per talento, per personalità, per abitudine alla vittoria. Il nuovo Napoli che vuole volare ancora. E trasformarsi, stavolta, in fabbrica del gol.



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