Il turco, fermatosi nuovamente per una ricaduta al solito polpaccio, resta nel mirino del club di Istanbul. L’ex Dinamo Zagabria si sta gradualmente prendendo la scena
C’è uno snodo aereo nell’Inter americana, un bivio che decolla direttamente dal centrocampo. Ieri mattina Hakan Calhanoglu ha fatto qualche selfie con i tifosi nella hall di ingresso dell’hotel a Seattle Downtown, ha risposto con un “vediamo” di circostanza quando gli si chiedeva come stesse il suo polpaccio, poi è salito su un aereo che lo ha riportato mestamente in Italia. Con lui, hanno salutato il Mondiale per Club il collega della mediana Piotr Zielinski e i due difensori di centro-destra, Benjamin Pavard e Yann Bisseck. Nello stesso aeroporto di Seattle, invece, Petar Sucic si è imbarcato assieme al resto della squadra su un altro aereo diretto verso gli ottavi di finale: come alla partenza, anche all’arrivo a Seattle il croato timidino si è mescolato in mezzo alla compagnia senza dare mai nell’occhio, come se non fosse uno di quelli che ha schivato i colpi di rivoltella sparati ad altezza uomo dagli argentini. Anzi, è proprio lui il giocatore che si è infilato nel burro del River al momento giusto per porgere gentilmente l’assist a Pio Esposito. Il ragazzo è fatto così, non ama troppo la vetrina ed è entrato in punta di piedi in uno spogliatoio che prima ammirava in televisione: lo ha pure detto in un’intervista alla Gazzetta, centellinando le parole, sussurrandole sempre sottovoce. In campo, però, ha mostrato fegato, non solo per i contrasti e i falli subiti mercoledì notte dai picchiatori arrivati da Baires, ma anche per come è uscito in dribbling da situazioni bollenti. In una, ha pure mandato in porta Mkhitaryan, al momento suo traduttore personale italiano-inglese dentro allo spogliatoio.
dubbi e hype
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Il futuro è certamente aperto, ma le gerarchie di partenza piuttosto chiare: Calha è un titolare anche per Chivu e Sucic “solo” un 21enne talento da far crescere alle spalle. Gli eventi, però, stanno iniziando a cambiare a sorpresa lo scenario, con conseguenze al momento non del tutto prevedibili. Non bastavano le tentazioni turche e il continuo flirtare del suo agente con il Galatasaray, Hakan in America ha pure subìto una fastidiosa ricaduta al solito polpaccio dispettoso e gli esami immediati hanno imposto prudenza. Al contrario, dopo l’inarrivabile Pio Esposito, Sucic è l’interista con più hype di tutta la spedizione Mondiale: i nerazzurri incuriositi, che non vedono l’ora di vederlo in campo ancora, hanno capito che davanti a lui ci sono valli e praterie in cui potrà correre e crescere. Sono gli stessi tifosi che prima si sarebbero incatenati pur di non veder partire Calha, e che adesso sospettano che stia finendo un ciclo nella regia della squadra. Insomma, un’ipotetica cessione arriverebbe forse al momento giusto.
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destino intrecciato
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Difficile, comunque, che dal Bosforo arrivi l’offerta adeguata, anche perché il “Gala” non è solito pagare cifre come i 40 milioni chiesti dai nerazzurri per un centrocampista di 31 anni. Da parte sua, il turco non ha intenzione di rompere teatralmente con l’Inter chiedendo di andare via. Anche per questo, il destino di Hakan per ora sembra decisamente pendere verso la Milano nerazzurra. Semmai, nel breve ma anche nel medio periodo, il suo futuro si intreccia a quello del compagno croato in ascesa. Per il buon Petar, infatti, crescono le possibilità di essere impiegato con continuità in un reparto privo di Calha, anche perché il croato può sia fare la mezzala, sia stare in una linea a due come fa con Modric in nazionale, ma potrebbe pure piazzarsi in mezzo, proprio nelle terre che in America sta occupando degnamente Asllani in sostituzione del turco. Intanto, i loro aerei hanno preso tragitti diversi: dagli Usa all’Italia, magari facendo pure scalo in Turchia, presto si capirà quale sarà la destinazione finale per entrambi.
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