Monaco-Inter 1-2: gol di Lautaro e Bonny

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Vantaggio immediato dei francesi, nella ripresa i nerazzurri alzano il ritmo e vanno due volte a segno. Secondo successo di fila dopo quello contro l’Under 23. Espulso Calhanoglu nel primo tempo

Dal nostro inviato Filippo Conticello

Il vecchio capitano e il leoncino appena arrivato, antica e nuova nobiltà interista nel cuore del Principato: Lautaro e Bonny, a braccetto felici per i boulevard di Montecarlo, sono stati più forti di un arbitraggio sciagurato che ha portato i nerazzurri a giocare un’ora di amichevole in 10 senza un perché. E, invece, proprio reagendo a un’inattesa e ingiusta difficoltà con un tenace Monaco, la squadra di Chivu ha dimostrato carattere e ribaltato una partita che dopo un minuto era già in salita (gol al 2’ del supertalento Akliouche). Nel secondo tempo, poi, la rete del capitano e il guizzo del francese subentrato hanno cambiato il vento in Riviera, in una sfida contro una squadra assai più avanti nella preparazione e già all’ottava amichevole. Qua al Louis II il 16 arriverà il Le Havre, mentre forse l’Inter può aspettare Lookman con molta meno ansia: già così possiede un attacco ben più affilato del passato.

il caos

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Dopo la secchiata d’acqua in faccia e la rete subita immediatamente, però, l’Inter ha avuto il merito di manovrare bene, come un tempo, seguendo le vecchie linee di passaggio del 3-5-2. La squadra è quella titolare con la ThuLa, l’effervescente Luis Henrique a destra al posto di Dumfries e in mezzo una novità che è ormai una certezza: Sucic pare che sia nerazzurro da una vita, stavolta partendo sul centrosinistra che fu di Mkhitaryan. Nel complesso, manca solo la precisione al momento di stoccare: Barella, soprattutto, ne avrebbe un paio di buone, ma una volta sparacchia alto e un’altra tira fuori. Sempre lo stesso Nicolò arma Thuram, che va vicino al pari, però la condizione è quella che è, come ampiamente previsto. Ne risentono la precisione del fraseggio ed emergono difficoltà difensive, soprattutto nella connessione Pavard-Acerbi: così, contemporaneamente, si moltiplicano anche le occasioni monegasche per raddoppiare. Il centurione di centrocampo Camara scalda le mani di Sommer e punge la punta Biereth, ottima in coppia con il rapidissimo Ilenikhena. A trasformare una bella battaglia a viso aperto in una inutile passeggiata agostana è, però, l’infausto arbitro, il francese Mathieu Vernice, fiscalissimo oltre misura e pure piuttosto impreciso nelle decisioni: l’espulsione di Calha, comunque annebbiato dalle fatiche di Appiano e quindi spesso in ritardo, è una sua bislacca invenzione, soprattutto nel caso del secondo giallo al turco, che arriva in anticipa sulla palla. Con un uomo in meno, anche le prove di Chivu hanno meno senso e, nell’immediato, la squadra sbanda più volte, innervosita dagli eventi. Tra l’altro, caso più unico che raro, anche l’allenatore rimasto in superiorità numerica finisce per infuriarsi: Adi Hutter, tecnico del Monaco, avrebbe preferito giocare 11 contro 11 per testare i suoi in vista del debutto contro il Le Havre. Lo ha pure detto all’arbitro che sventolava nel caos un giallo a Kolarov, vice di Chivu.

rimonta

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La decisione del tecnico romeno nel secondo tempo è quella di proseguire come programmato, con cambi solo dopo il 60’: in fin dei conti, arriveranno partite in cui bisognerà soffrire in 10, va allenato d’estate anche il coraggio. E, infatti, l’azzardo viene premiato con un colpo di biliardo di Lautaro, tenace nel restare in piedi e nel calciare, ostinato come questa Inter in ricostruzione. Dopo l’estate tormentata e le polemiche americane, al Toro serviva un primo sigillo per riprendersi la leadership offuscata. Il palo dell’ex Juve Zakaria è un rischio calcolato per Chivu, prima del minestrone dalla panchina: al 66’ dentro Dumfries, Carlos Augusto, Di Gennaro, De Vrij, Pio Esposito, Bonny e Mkhitaryan; fuori Dimarco, Lautaro, Thuram, Pavard, Sucic e Sommer. A incuriosire, soprattutto, lo slittamento di Luis Henrique dalla destra al ruolo di mezzala, conservando sempre il 3-5-2 di inzaghiana memoria. E la vena di Bonny, tirato a lucido come nella sgambata di famiglia contro l’U23 e anche di più, al punto che il francese segna la rete del vantaggio con una giocata da urlo: prima ruba palla e poi si esibisce in una serie di finte pregiate per preparare la conclusione. A vederlo adesso. e a vedere accanto a lui come il bambino Pio difende la palla, il pensiero di tutti gli interisti arrivati a Montecarlo (rigorosamente senza nerazzurro addosso) è lo stesso: cosa sarebbe stato dello scorso campionato se al posto di Arna e Taremi ci fossero stato questi due ragazzi?



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