Molina alla Juve, Vlahovic, il Napoli: intervista a Pierpaolo Marino

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L’ex dirigente dell’Udinese parla dell’esterno argentino dell’Atletico che portò in Italia nel 2020 a parametro zero. Poi su Vlahovic: “I bianconeri devono avere la forza, come ha fatto il Napoli con Osimhen, di andare avanti senza lasciarsi condizionare da lui”

Matteo Nava

Giornalista

Un dirigente che ha alle spalle oltre 40 estati di calciomercato trascorse tra raffiche di telefonate ed estenuanti trattative non solo sa godersi un mese di luglio per una volta più libero, ma sa soprattutto leggere tra le righe dei movimenti dei club, analizzare ai raggi X pro e contro di ogni operazione e in parte vedere nel futuro degli ultimi 40 giorni di operazioni. Per Pierpaolo Marino, ex Napoli, Roma, Avellino, Pescara, Udinese e Atalanta, è particolarmente piacevole leggere il nome di Nahuel Molina tra quelli che potrebbero tornare in Serie A: “A Udine lo avevamo preso a parametro zero nel 2020 e avevamo fatto parlare tutti in Argentina”.

Perché?
​”Lì difficilmente si fanno scappare i giocatori forti a parametro zero e il fatto che poi sia esploso e sia stato venduto in doppia cifra all’Atletico Madrid, in Argentina ha avuto una grande risonanza”.

Come descriverebbe Molina?
“Nahuel non è solo un esterno di grande corsa e agilità, ma è anche raffinato. Si esprime meglio a tutto fascia, ma può fare anche il terzo attaccante in un tridente, è duttile. Ed è capace di andare facilmente in gol, nell’ultimo anno a Udine ne fece otto. È un giocatore di grandissima qualità: quando lo abbiamo venduto abbiamo incassato una bella cifra, ma poi ne abbiamo sentito la mancanza”.

Quindi consiglia Molina alla Juventus… Ma a Nahuel suggerisce di andare a Torino?
“Certo. È un bravissimo ragazzo nonché un professionista esemplare e Tudor, anche se non l’ha incrociato a Udine, lo conosce sicuramente benissimo, gli darà lo spazio giusto. Quest’operazione sarebbe sicuramente un’ottima cosa per Molina e per la Juventus”.

Può contribuire a colmare la carenza di esperienza nello spogliatoio? Ha vinto un Mondiale…
“…E pure due Coppe America! È un pupillo di Scaloni e ora a 27 anni è nel pieno della sua carriera. Ripeto, è una persona adorabile, in campo ha personalità e fuori è educato e serio, uno di quegli argentini che danno tutto. All’inizio aveva avuto bisogno solo di due mesi di ambientamento e ha sempre fatto una vita morigerata. Non posso che parlare bene di lui, con il quale peraltro abbiamo fatto una grande plusvalenza. Già nel 2022 poteva andare in una grande squadra, ma rispetto all’Atletico Madrid nessuna voleva spendere, come accaduto per De Paul che avevano trattato Juventus, Fiorentina e Roma”.

Che idea si è fatto della Juventus?
“Ho l’impressione che Comolli si stia guardando intorno e cercando di capire il contesto. E ci sono molte grosse spine da risolvere a partire dall’attacco, da Vlahovic a Kolo Muani che non è ancora bianconero. Dusan non è riproponibile, a mio modo di vedere, viste le problematiche e la brevità del contratto: chi gioca a scadenza non rischia niente non avendo un contratto garantito. E la Juventus rischia di rilanciarlo e poi vederselo sfuggire dalle mani”.

Quale può essere la soluzione a questo caso?
“La volontà del giocatore diventa dominante, credo che Vlahovic non abbia voglia di restare un anno fermo e quindi bisognerà sottostare alle sue condizioni. Diciamo la verità: Vlahovic è di proprietà dei suoi agenti, bisogna rendersi conto di questo quando ci si siede al tavolo con lui, senza dietrologie. La Juve è la parte debole. Lui ha voglia di giocare, credo che verso la fine mercato qualcosa si muoverà. La Juventus deve avere la forza, come ha fatto il Napoli con Osimhen, di andare avanti senza lasciarsi condizionare da Vlahovic”.

Jadon Sancho le piace?
“In questo momento è un giocatore valido, ma anche una scommessa, e credo che la Juventus debba puntare anche su giocatori che arrivino da annate esplosive, non solo da chi ha possibilità di rilanciarsi. Ci sono quattro ruoli dove non può sbagliare: un attaccante, un regista, un difensore e la fascia, con Molina”.

Prima però serve vendere…
“I giocatori che non fanno bene in una big poi hanno ingaggi difficili da collocare in squadre di altra fascia. Il compito è difficile senza creare delle minusvalenze”.

Torniamo all’Udinese: come si riparte dopo aver ceduto Jaka Bijol e Lorenzo Lucca?
“L’Udinese ha sempre idee valide soprattutto a livello di scouting. La sostituzione di Bijol è delicata, ma Solet potrebbe prendere in mano la leadership del reparto. Sostituire Lucca non sarà facile perché serve un attaccante che garantisca gol in doppia cifra. La vera sfida sarà questa, trovare un nuovo bomber che come caratteristiche possa sfruttare i cross di Thauvin, uno che finalizza così la sua capacità di saltare l’uomo. Insomma, serve un bomber di sfondamento”.

Il Napoli ha vinto e si è rinforzato, ma avrà anche la Champions League: può ripetersi?
“Penso che il Napoli stia facendo un mercato superiore a quello dell’anno scorso come qualità di uomini e investimenti, sta completando la rosa per essere competitiva in tutte le competizioni, compresa la Champions. Se dopo Lang prenderà anche Ndoye, avrà tanta competitività nei ruoli e loro due nel tridente mi piacerebbero tantissimo. Consiglio al mio ex presidente Aurelio (De Laurentiis, ndr) di fare uno sforzo e di prendere Ndoye anche se è difficile. Ne vale la pena”.

Un nome da tenere d’occhio nella prossima Serie A?
“Pio Esposito. Mi ricorda Iaquinta, che presi in C2 dal Castel di Sangro e giocò subito in Serie A. Per me sarà importante non solo per l’Inter, ma anche per la Nazionale. Ha tutto: profondità, attacco alla rete, acrobazia, un’elevazione fantastica perché con la testa va sempre sopra al pallone. Vista l’età, ha anche margini di miglioramento: ha una struttura importantissima e in lui vedo la possibile sorpresa dell’anno prossimo”.

Avrà abbastanza spazio?
“L’Inter ha dato via sia Arnautovic che Correa e Lookman che è più un’alternativa a Thuram. Se l’Inter ha deciso di tenerselo, hanno visto quel che vedo io”.




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