L’ex rossonero e l’ex dirigente bianconero dicono la loro sul nuovo corso della Vecchia Signora e avvertono Comolli sulla scelta del direttore sportivo. E non sono di certo parole al miele
Damien Comolli sotto tiro. Il nuovo dirigente di una Juventus alle prese con un impegnativo percorso di rinnovamento incassa gli avvertimenti di Zvonimir Boban e Luciano Moggi. L’ex bandiera e dirigente del Milan e lo storico direttore sportivo bianconero non usano mezzi termini nei loro interventi sulla Vecchia Signora.
Andare oltre i dati
Boban non usa mezzi termini nel suo affondo a Comolli: “Se la Juve dovesse puntare solo sui numeri, seguendo solo i dati, è destinata a fallire. Il calcio non è questo, è fatto di sensazioni, intuizioni. Perché dietro i numeri ci sono persone e gesti. Lo scouting algoritmico non può prevalere sull’occhio esperto del direttore sportivo tradizionale. Un terzino che crossa 15 volte non necessariamente è un fuoriclasse. Bisogna capire il contesto, il sistema di gioco. Magari fa sì 15 cross, ma ha di fianco Yamal che fa tutto deve solo crossare…”.
La previsione di Boban sulla Juve: “Farà la fine dello United”
Dal palco del Festival della Serie A, Boban ha sentenziato: “In carriera ho visto tanti casi in cui gli highlight ingannano. Serve qualcuno che capisca di calcio, non solo di numeri, perché quelli li hanno tutti”. Per rafforzare la sua tesi, Boban paragona la Juve al Manchester United: “Sono 15 anni che i Red Devils non vincono nulla. Il perché è semplice… manca un vero direttore sportivo. Se la Juve fa lo stesso errore, è destinata a un futuro di fallimenti”.
Moggi avverte Comolli
Se c’è una persona che conosce il mondo Juve, quella è certamente Luciano Moggi e, interpellato sui bianconeri a Juventibus, l’ex dirigente ha espresso il proprio parere su Comolli e sul profilo migliore per il nuovo direttore sportivo. “Io andrei su Massara. Lo conosco e non avrei dubbi. Ci vogliono persone che riscuotono fiducia quando si fa una rivoluzione. A Comolli dico solo di fare attenzione perché questa è la Juve e non il Tolosa. Devi vincere e se non vinci devi fare le cose al meglio. Chiellini? Occorre vedere se lo mettono in condizione di lavorare”.
La differenza tra Tudor e Motta
Moggi si sofferma, poi, sul tema allenatore. “Tudor è stato chiamato per fare il traghettatore. Non è un fenomeno, ma certamente è un buon allenatore. Ha parlato con i giocatori e mi hanno detto che li ha riportati coi piedi per terra, con Motta entravano in campo in pantofole… Poi, certo, la Juve si è trovata con il cerino in mano. Gasperini lo hanno chiamato due settimane dopo che aveva firmato con la Roma e questo vuol dire non conoscere il mercato”.
“Conte smaniava per tornare alla Juve”
Infine, l’ex dirigente bianconero riporta una confessione certo non da poco fattagli da Antonio Conte: “Non è più juventino? No, anzi. Mi ha detto che l’anno scorso che smaniava per tornare, ma non ci hanno neppure provato e sono andati su Motta. Ora ha scelto di restare al Napoli perché ci sta bene e gli rinforzeranno la squadra”.