Modric, il debutto con la Croazia accanto a Tudor e contro Messi

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Diciannove anni fa, in un’amichevole tra Croazia e Argentina, il milanista esordiva in nazionale contro Leo e insieme all’attuale tecnico della Juve. Oggi lo ritrova da avversario con il suo Milan

 Il giorno dell’esordio in nazionale di Luka Modric, al suo fianco c’era Igor Tudor e contro un certo… Leo Messi. Dal 1° marzo 2006 sono passati quasi vent’anni, ma quell’amichevole tra la Croazia e l’Argentina, giocata al St. Jakob-Park di Basilea e vinta dai biancorossi per 3-2, è rimasta nella mente del fuoriclasse del Milan. Perché la “prima” con la nazionale non si dimentica mai. Allora Luka aveva vent’anni e, pur essendo considerato un talento cristallino del calcio croato (nel 2008 sarebbe stato acquistato dal Tottenham; nel 2012 il passaggio al Real Madrid), in pochi immaginavano che avrebbe fatto una simile carriera. Con 190 presenze in nazionale, un Mondiale perso nel 2018 in finale contro la Francia e sei Champions League alzate al cielo con la maglia dei blancos. Quella sera il ct Zlatko Kranjcar andava alla ricerca di elementi da aggiungere alla rosa in vista della Coppa del Mondo in programma tre mesi dopo in Germania e Modric era l’osservato speciale, la stellina dell’Under 21 ritenuta già pronta per salire tra i… grandi. Nel 3-4-1-2 iniziale, il ragazzo di Zara giocò mediano a fianco di Nico Kovac, l’attuale tecnico del Borussia Dortmund. Alle sue spalle, al centro della difesa a tre, il ventisettenne Tudor che dopo il Mondiale concluso dalla Croazia con l’eliminazione nella fase a gironi, avrebbe abbandonato la nazionale (a trent’anni l’addio al calcio giocato a causa degli infortuni).

Leo contro Luka

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 Ma torniamo a Croazia-Argentina 3-2: i biancorossi non avevano i talenti della generazione successiva (Brozovic, Rakitic e Kovacic), ma solo una buona squadra: in attacco, tanto per fare un paio di esempi, i titolari erano Prso e Klasnic; in difesa Simic, autore della rete del 3-2. L’Albiceleste guidata da Pekerman, invece, aveva in campo un firmamento di stelle: in un modulo molto offensivo, un 3-3-1-3, Riquelme era alle spalle di Messi, Crespo e Tevez. Un attacco da brividi nel quale fecero capolino, per uno spicchio di ripresa, Diego Milito e Aimar. In quell’Argentina c’erano, tra gli altri anche Cambiasso, Burdisso, Samuel e Scaloni, allora roccioso difensore e adesso ct dei campioni del mondo. E Modric? Quella notte qualche lampo di classe lo mostrò, ma inevitabilmente la sua prestazione venne offuscata dal gol e dall’assist (per Tevez) di Leo. Male Tudor, giudicato dalla Gazzetta «troppo statico da centrale per poter tappare i buchi». Igor e Luka hanno giocato insieme nella Croazia quattro amichevoli e poi due spezzoni al Mondiale 2006. Quando il fuoriclasse di Zara si è “preso” la nazionale, Tudor non c’era già più e lo ha ammirato da tifoso davanti alla tv. Appartengono a due generazioni diverse e vengono da due scuole calcistiche rivali (Luka dalla Dinamo Zagabria, Igor dall’Hajduk Spalato), ma la stima reciproca c’è sempre stata e c’è anche adesso.

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