Prima del ritorno contro il Bayern, il centrocampista nerazzurro aveva allarmato: “Potrei ritirarmi a fine anno”. Poi l’ennesima partita totale contro i bavaresi
“Potrei ritirarmi a fine stagione, è la più faticosa della mia carriera” e boom, a Simone Inzaghi saranno diventati bianchi almeno un paio di capelli nello spazio di una decina di parole. A far “tremare” il tecnico nerazzurro era stato Henrikh Mkhitaryan appena prima della sfida di ritorno contro il Bayern. Bomba lanciata: “È una delle stagioni più faticose della mia carriera: stiamo giocando su tre fronti e non vogliamo mollare. Sono felice di aver raggiunto questo punto, anche perché magari non mi ricapiterà più. Forse mi restano uno o due anni da giocare. O forse smetto alla fine di questa stagione”. Dopo aver visto la prestazione clamorosa dell’armeno contro i bavaresi a San Siro, forse Inzaghi avrà pensato “allora dillo più spesso, che smetti”. Perché se il risultato di un pensiero venuto fuori in modo forse anche involontario è una partita da sballo, ben venga. Di sicuro c’è che – almeno ad oggi – sembra parecchio difficile immaginarsi un’Inter senza Mkhitaryan. A metà aprile la voce “presenze” dice già 42, per un totale di 2859′ in campo. Se può, Inzaghi evita di rinunciare a lui. Certo, se la volontà di Miki dovesse essere confermata anche dopo il Mondiale per Club l’Inter non gli metterebbe i bastoni tra le ruote, ma il contratto che lega il centrocampista alla società nerazzurra ha pure una sorta di doppio nodo.
blindato
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L’accordo che pochi mesi fa Mkhitaryan aveva rinnovato con l’Inter è valido fino al 2026. Quindi non è in scadenza ed è difficile pensare che dopo una stagione giocata su livelli mostruosi (comunque vada) l’armeno decida di chiudere realmente tutto. Il contratto, se mai, ha una clausola che sarebbe servita come “salvagente” in soccorso del club, un po’ come nel caso di Acerbi: è vero che l’accordo è firmato fino al 2026, ma con postilla. Perché nel caso in cui Marotta e soci avessero ritenuto opportuno chiudere il rapporto in anticipo, avrebbero potuto farlo. Anzi, possono farlo. Ma Mkhitaryan (e pure Acerbi) ha dimostrato che non c’è alcun bisogno di dirsi addio in anticipo. A meno che non sia proprio lui a deciderlo…