L’ex terzino di Milan e Roma: “Impossibile scegliere tra Kakà e Totti. L’Inter ha sbagliato una sola gara stagionale, ma era quella che non poteva sbagliare”
Affetto, entusiasmo, passione. A Citylife, il cuore verde di Milano, centinaia di persone si sono riunite per accogliere Cafu, la leggenda del calcio brasiliano che in Italia ha trascorso i migliori anni della sua carriera, lasciando un’impronta indelebile con Roma e Milan. Intervistato da Mimmo Cugini in occasione della Milano Football Week, il 55enne ha raccontato l’origine del suo soprannome: “C’era un esterno brasiliano, Cafuringa, che giocava nel mio stesso ruolo e mi assomigliava. Così mi hanno cominciato a chiamare Cafuringa, poi Cafu e… il resto lo sapete”.
I DUE MONDIALI VINTI
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“Quando giocavo in Brasile non avrei mai immaginato di trasferirmi in Europa, figuriamoci in Italia o al Milan – ha spiegato il terzino, ripercorrendo le varie tappe della sua carriera -. Ho giocato per otto anni nel San Paolo vincendo tutto… per me quello era già il massimo. Anche perché a un certo punto è arrivata la chiamata della nazionale brasiliana, e da lì…”. E da lì Cafu ha iniziato un percorso che lo ha visto affermarsi come un mito del calcio: tre finali consecutive ai Mondiali, due vittorie. “Nel 1994 il successo arrivò grazie a un gruppo esperto, mentre nel 2002 sembrava tutto perfetto. Giocavamo bene, avevamo il miglior attacco e la miglior difesa. C’era consapevolezza della nostra forza e quindi anche della nostra responsabilità. Abbiamo tenuto duro a livello mentale, ma siamo stati bravi a non perdere quell’allegria tipicamente brasiliana che tanto piaceva alla gente”.
ANCELOTTI E LA SELEÇAO
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Di recente, proprio la panchina della nazionale brasiliana è stata affidata ad Ancelotti, uno dei tecnici con cui Cafu ha lavorato in carriera. “È curioso vedere Carletto lì, per me lui è l’italiano più brasiliano del mondo. Ora tutti gli chiedono di vincere il sesto mondiale. Il trionfo ci manca da 24 anni ed è l’uomo giusto per trascinare la Seleçao. Lavorare nel suo staff? Mi farebbe piacere, l’ho già chiamato per fargli gli auguri. Se mi vuole, io sono sempre pronto”. Gli effetti della cura-Ancelotti si cominciano già a vedere: “In fase difensiva, la squadra ha già fatto enormi passi in avanti. Se riesce a sistemare definitivamente la fase difensiva, allora il Brasile si può divertire: tra Rodrygo, Vinicius, Raphinha & Co, in attacco c’è una dose di talento che non si vedeva da un bel po’”. Infine una riflessione su Neymar: “Ha raccolto meno rispetto alle sue potenzialità? No, non sono d’accordo. Ha vinto tutto tranne il Mondiale, che di certo non puoi vincere da solo. Ora c’è una squadra che lo supporterebbe nel migliore dei modi, perciò spero che ritrovi la condizione ideale e venga inserito nella lista dei convocati della prossima estate”.
LA ROMA E IL MILAN
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Quando gli chiedono di fare un paragone tra Roma e Milan, Cafu risponde con l’imbarazzo di chi dovrebbe scegliere… tra mamma e papà. “Totti o Kakà? Il primo era il più forte in giallorosso, il secondo il… migliore del Milan (ride, ndr). Parliamo di due campioni clamorosi, forse a Totti è mancato qualcosa perché ha deciso di restare nella sua città. Avrebbe potuto provare un’altra piazza, un altro club, altri tornei”. Passando ai recenti risultati delle sue ex squadre, Cafu non ha dubbi: “Modric può essere il colpo giusto per i rossoneri, a prescindere dall’età. Uno come lui fa la differenza anche nello spogliatoio”. E sulla Roma: “Ogni anno, ad agosto, sembra che i giallorossi siano destinati a fare qualcosa di strepitoso. Ma per vincere serve continuità, guardate il Napoli. Hanno fatto un lavoro importante nel lungo periodo e ora stanno ottenendo i risultati che meritano”.
L’INTER, IL PSG E I GIOVANI ITALIANI
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Non poteva mancare la stoccata all’Inter dopo la finale di Champions: “Una partita come quella contro il Psg si vede una volta ogni cento anni. Neanche il più fanatico dei tifosi parigini avrebbe scommesso sul 5-0. Mi spiace per l’Inter, ma non è normale prendere gol in quella maniera. Hanno sbagliato una sola partita, ma era l’unica che non potevano sbagliare… è inaccettabile”. Lode, dall’altra parte, al Psg: “Il trionfo di Luis Enrique dimostra come i trofei non arrivino grazie alle figurine. Da lì sono passati Messi, Neymar, Mbappè, ma la Champions è stata alzata soltanto ora. Servono grinta, determinazione e organizzazione. Il loro successo è meritato, figlio anche di un grande coraggio con i giovani. Come si fa a sapere se un ragazzo è bravo se non lo si fa giocare? Non bisogna limitarsi a concedere opportunità, i giovani devono essere responsabilizzati. In Serie A, forse, bisogna capire questo”.
L’ITALIA DI GATTUSO
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Proprio in queste ore, la Nazionale sta stringendo per l’arrivo di Gattuso al posto di Spalletti: “Rino ha la grinta giusta per guidare l’Italia. Già da calciatore faceva del suo carattere un punto di forza. In Italia i talenti non mancano, magari ce ne sono meno rispetto al passato però questo discorso vale anche per il Brasile. Mi aspetto di vedere un’Italia diversa, un’Italia che avrà tutte le carte in regola per andare al Mondiale”.
MONDIALE PER CLUB
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Infine, una considerazione sulla Coppa del Mondo per Club che avrà inizio a breve. “È strano pensare che i ragazzi giocheranno un torneo di questa portata a fine stagione – conclude Cafu -. I calciatori sono stanchi, spesso sfiniti, però a nessuno piace perdere ed è per questo che mi aspetto un bello spettacolo. Certo, se arrivi in finale o in semifinale devi mettere in conto che, appena rientrato da questa esperienza, sarà già tempo di preparare la prossima stagione. E tra un anno ci saranno anche i Mondiali negli USA. Il rischio-lesioni è altissimo. Credo che tra qualche mese si dovranno fare un po’ di considerazioni su questo tema…”.
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