Giordano Guarisco, 17 anni, fa l’operaio e si gode Milan-Fiorentina all’intervallo quando la folla di chi vuole entrare senza biglietto lo travolge e lo calpesta a morte. “Aiutatemi, muoio”, urla, ma nessuno lo aiuta. E l’inchiesta si rivela una beffa
Giordano Guarisco muore a diciassette anni, schiacciato dalla folla, mentre è seduto sulla gradinate di San Siro e sta aspettando che cominci il secondo tempo di Milan-Fiorentina. È una domenica di fine autunno, una di quelle giornate che hanno una tonalità rarefatta tipicamente milanese, di riflessi e abbagli che virano al grigio. Grigi sono il cielo e l’asfalto, c’è quell’aria densa e cenerina che tutto occulta. Una nebbia, una”scighera” come la chiamano i milanesi, che non ha ancora deciso il da farsi, ma intanto occulta le guglie del Duomo e nasconde la Madonnina. È il 30 novembre del 1958 quando decine di tifosi del Milan – sprovvisti di biglietto – provano a sfondare il cancello di accesso che conduce al settore “popolari” di San Siro, entrano a forza e travolgono gli spettatori che già hanno preso posto. L’onda d’urto è impressionante, la ressa spaventosa. C’è un fuggi-fuggi generale. Giordano Guarisco viene urtato, calpestato, sopraffatto dalla furia dei tifosi. Colto di sprovvista, non fa nemmeno in tempo ad opporre un tentativo di difesa.