Dopo l’ennesimo primo tempo sotto tono e senza personalità, il Diavolo nella ripresa aumenta i giri ed esce alla distanza: decide il messicano, che grazie a una gran giocata del portoghese trova il suo primo gol a San Siro
“Non so più quante notti ti ho aspettato”, come nella canzone di Giorgia che pare avere due cose da dire, in questa notte italiana di mezzo febbraio. Il Milan ha aspettato un centravanti per 200 notti o forse più ed eccolo qui, Santiago Gimenez. Alla prima a San Siro non si vede per decine di minuti, ma i centravanti sono così per costituzione: fanno finta di non esserci e poi si fanno trovare a un metro dalla porta, come Jon Dahl Tomasson – un altro che veniva dal Feyenoord – in quella notte con l’Ajax del 2003. Il Milan batte il Verona 1-0 e la firma è messicana, in coda a un’azione simbolica. Leao la avvia sulla trequarti, poi cede palla ad Alex Jimenez che gliela fa ritrovare in area con una gran scucchiaiata. Rafa è bravo a coordinarsi e in allungo scavalca Montipò mettendo Gimenez in porta. Si noterà che quei due, Leao e Jimenez, non erano nella formazione titolare e questo è il merito principale di Conceiçao: ha capito che al Milan serviva un po’ di vitalità – non che fosse difficile, dopo un primo tempo grigio scuro – e li ha mandati in campo. Con Leao era scontato, con Jimenez meno.
la chiave
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La vittoria è più pesante che bella, giusto dirlo subito. Il Milan con i tre punti sale a 41 e mangia due punti alla Lazio, che in questo momento è quarta: considerato il rendimento recente europeo, meglio farselo bastare, quel quarto posto. Il resto è piuttosto preoccupante. Il tema in classe per il Milan aveva una traccia annunciata: attacco a difesa schierata. Il Verona si è messo dietro – undici giocatori nella propria metà campo – e, per dirla come una volta, non si è fatto pregare per picchiare. Il problema è stato lo svolgimento: il Milan ha fatto circolare palla lento e ha attaccato spesso a destra, dove Musah tecnicamente è sotto la sufficienza e Walker non si è mai sovrapposto. Verticalizzazioni, poche: Reijnders fuori dal gioco, Joao Felix stretto tra tre maglie bianche.
partita brutta
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La partita così è stata noiosa, brutta senza mezzi termini, con occasioni casuali. Minuto 2: Sarr ruba palla a un Thiaw sonnolento e appoggia a Duda, che da fuori calcia sotto la traversa. Maignan è pessimo – palla che gli passa tra le mani – ma fortunato: il tiro gli rimbalza tra i guanti e finisce alto. Minuto 19: tiro-cross di Sottil da sinistra, Musah e Gimenez non arrivano. Minuto 27: bella parata di Montipò su altro tiro a giro di Joao Felix. Minuto 33: gol di Gimenez annullato per fuorigioco (giusto). Nel recupero del primo tempo, il primo buon motivo per non assopirsi sul divano. Theo va dritto in area per Gimenez, che cerca Joao Felix ma trova Musah libero in area. Il destro di Yunus ha una sola qualità: la forza. Per la precisione, ripassare: alto.
bravo leao
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Conceiçao all’intervallo decide che l’esperimento Sottil è terminato e per non essere timido toglie anche Walker: dentro Leao e Jimenez. “Sono due sì”, direbbero ai talent show perché Rafa & Alex, anche senza essere Ribery e Robben, portano creatività. Jimenez alza i battiti della partita con le sue accelerazioni, Leao fa quello che fa tutte le sere: gioca uno contro uno col mondo. Jimenez al 19’ avvia un’azione a destra che si perde nello scambio Gimenez-Joao Felix, Leao da sinistra apre la porta a Musah che calcia bene ma ancora alto. Poi, a un quarto d’ora dalla fine, vanno per la cooperazione e creano il gol. Quando Gimenez segna, mancano 15 minuti alla fine e il Verona ha troppi limiti per usarli bene. Entrano Cisse, Oyegoke e Bernede ma non si può improvvisare un arrembaggio dopo 75 minuti di difesa a oltranza, così il Milan si mette si mette dietro, non soffre e quasi fa il secondo in contropiede con Leao. Per una serata italiana nel congelatore – tre gradi a San Siro, come le occasioni del Milan – può bastare. Per fare due gol martedì al Feyenoord, no. Prego meditare.
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