Da Reijnders a Maignan, la cassa rossonera si rimpingua. Ma per costruire il futuro bisogna comprare bene
Il Milan deve voltare pagina, su questo non ci sono dubbi. Riuscire a farlo in modo intelligente, senza aver paura di vendere, se si investe bene, è la grande sfida estiva del club. Significa riuscire a compensare esodi, fughe e rinnovamenti. Igli Tare, scelto come ds dopo troppe incertezze, deve organizzare un mercato strutturale dopo la fallimentare campagna acquisti della stagione scorsa, con attenzione però agli equilibri delicati con l’ad Giorgio Furlani e il senior advisor Zlatan Ibrahimovic. Altro aspetto complesso, ma che non deve diventare spinoso.
RIPARTIRE AL MAX
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Massimiliano Allegri è incaricato sul campo di una ricostruzione che ha bisogno di tempi immediati, per non ricadere nelle demoralizzazione sportiva degli ultimi tempi. Il Milan è uscito a pezzi da una stagione in cui non è riuscito a qualificarsi neanche per la meno attraente delle coppe europee. Inoltre ha perso la finale di Coppa Italia, ha un ricordo sbiadito della Supercoppa italiana pur conquistata in un derby. E ha cambiato due allenatori senza riuscire a trovare una guida stabile anche per il futuro. Voltar pagina vuole dire anche saper vendere in maniera redditizia, non soltanto per sistemare il bilancio. Incassare e comprare, chiudere un periodo con alcune pedine determinanti che vanno sostituite, perché stanche mentalmente delle turbolenze rossonere, perché ambiziose e attratte da campionati più in vista, che possono concedere titoli e milioni, oppure per scelte puramente economiche.
REIJNDERS E GLI ALTRI
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Tijjani Reijnders è atteso per le visite mediche al Manchester City: era il pezzo più pregiato della boutique rossonera (parlare di gioielleria sembra eccessivo, dopo gli ultimi risultati). Dovrebbe portare circa 72 milioni. Theo Hernandez, in scadenza nel 2026, viene spinto all’uscita perché c’è il timore che non arrivi un euro, l’estate prossima. L’Al-Hilal di Simone Inzaghi gli fa una corte incessante, ma sono le perplessità dell’ambiente del giocatore a frenare la trattativa. Il prezzo fissato è di 30 milioni. Adesso c’è la possibilità della partenza di Mike Maignan: il portiere ha scelto il Chelsea, sarebbero altri 18 milioni minimo, a cui vanno aggiunti i 14 per Pierre Kalulu, riscattato dalla Juventus. Sul piede di partenza anche Fikayo Tomori e/o Malick Thiaw, perché il nuovo allenatore deve rifondare anche il settore dei marcatori difensivi.
NIENTE INTROITI CHAMPIONS
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Prima però di pensare di navigare nell’oro, e di poter assecondare i desideri dei tifosi con una montagna di soldi in entrata, va considerato il mancato introito della Champions League, e gli spiccioli, al confronto, che sarebbero arrivati dalle altre due competizioni. Nella stagione appena terminata, la prima della nuova formula e con premi ritoccati verso l’alto, il Milan ha visto accreditare sul conto circa 60 milioni come bonus della Uefa, ai quali vanno aggiunti gli incassi al botteghino. Eppure la squadra passata da Paulo Fonseca a Sergio Conceiçao non è arrivata nemmeno agli ottavi, eliminata al playoff di febbraio dal Feyenoord. A questo punto, con lo zero alla voce incassi d’Europa nel 2025-26, diventa fondamentale il buon investimento del bottino derivato dalle cessioni. Anche perché tra svendita e operazioni di finanza ingegnosa, il confine è molto sottile, soprattutto per il palato raffinato dei tifosi.
POSSIBILI ACQUISTI
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L’operazione Modric è a costo zero, commissioni a parte, ma quelle ci sono per qualsiasi affare. Il Milan deve cercare un portiere e punta su Mile Svilar della Roma. Vorrebbe inserire Adrien Rabiot e Granit Xhaka nel motore del centrocampo, ed entrambi andrebbero pagati. I nomi per l’attacco dipendono dal dilemma Leao, cercato dal Bayern, e dalla valutazione che Allegri farà di Santi Gimenez. Ma, lista a parte, la differenza sarà fatta dal modo in cui sarà usato il denaro entrato.
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