Milan, Tare o Paratici come nuovo direttore sportivo

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Entrambi hanno già incontrato Gerry Cardinale a Londra. Esce invece dalla corsa Andrea Berta, diretto all’Arsenal

Il Milan è pronto a rifare la squadra: non quella che scende in campo, già rivista e corretta. Qui parliamo di quella dirigenziale: è atteso a breve un rinnovo dell’organigramma, con l’innesto di un nuovo direttore sportivo. La carica oggi è scoperta: manca una figura di rilievo, che abbia autorevolezza con la squadra, che partecipi alla vita sportiva quotidiana del gruppo, in grado di confrontarsi con allenatore e giocatori. Un uomo di raccordo con le altre aree del club, che sappia lavorare in “team” come da strategia aziendale. Per le altre aree si intendono ovviamente quella tecnica, che oggi ha in Moncada un riferimento. C’è Zlatan Ibrahimovic, Senior Advisor della proprietà: ha voce su tutto. E poi, al vertice del club, l’ad Giorgio Furlani, capo dell’area finanziaria. È lui l’uomo scelte definitive, e delle firme. 

CANDIDATI

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È lui, l’ad, a confermare il prossimo passo. “Dobbiamo migliorare di tanto i nostri risultati sportivi. Per questo se ci sono figure che possiamo portare nel club che ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi le consideriamo. In questo momento non è stata presa nessuna decisione su questo profilo”. Vero, perché i profili in corsa sono due: Fabio Paratici, ds dei nove scudetti con la Juve, e Igli Tare, ex ds Lazio: 3 Coppe Italia e altrettante Supercoppe Italiane. Un terzo profilo, quello di Andrea Berta, va cancellato dall’elenco: l’ex dirigente dell’Atletico Madrid proseguirà all’Arsenal. Il casting si è così ristretto, diventando un ballottaggio: Paratici o Tare. Entrambi (anche Berta) hanno avuto incontri londinesi con Cardinale e Ibra. Ora il club farà le sue valutazioni: Paratici, 19 titoli in un decennio alla Juve, i nove scudetti consecutivi e le due finali di Champions è una figura con riconoscibilità europea. Oggi è al Tottenham, che lo tratterebbe volentieri anche in futuro, e ha altre opzioni internazionali. Oppure Tare: 15 anni da direttore della Lazio, pronto a tornare dopo due anni di inattività. Le stagioni con Lotito sono state intense e non sono mancati successi. “Oggi la pagella è decisamente insufficiente, non c’è un colpevole, lo siamo un po’ tutti – prosegue Furlani -. Tutte le scelte passano da me quindi mi metto nel calderone. Ma siamo uniti: non c’è alcuno scontro Furlani-Ibrahimovic”.

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