Milan, rivoluzione in estate: giocatori, dirigenti, panchina, mercato, cosa cambia

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Un patrimonio e un’eredità dispersi in soli tre anni. Sembra il paleozoico, ma lo scudetto rossonero risale soltanto a tre anni fa. Nessuno impone che una squadra debba bissare il titolo l’anno successivo ma è clamoroso che, a distanza di così poco tempo, di quel Milan – inteso nella sua totalità – non sia praticamente rimasto più nulla. Nonostante ampi investimenti sul mercato (oltre 120 milioni, al netto delle cessioni, soltanto in questa stagione), il Diavolo è peggiorato in quasi tutti gli aspetti: presenza europea, classifica in campionato, valore della rosa decisamente impoverito (c’erano una volta i Theo e i Leao in tripla cifra). A salvarsi è solo il bilancio, che rimane positivo e permetterà una discreta operatività sul prossimo mercato anche senza la Champions. Ma, di certo, di fronte a uno scenario del genere, la proprietà in estate sarà costretta a intervenire pesantemente. Una rivoluzione peraltro obbligata.

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