Milan, qual è il ruolo di Ibrahimovic? La sua strana estate

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L’ad Furlani ha appena ricordato come lo svedese non faccia parte dell’organico del club, ma viaggi a un altro livello. Un ruolo, il suo, rimodulato anche dall’arrivo di persone esperte come Tare e Allegri

Marco Pasotto

Giornalista

Per capire meglio, servirà la concomitanza imprescindibile di due fattori: una domanda ben posta – per esempio: “Quanto ti piace quello che stai facendo nella tua seconda vita calcistica?” – e soprattutto l’estrema sincerità da parte sua. Zlatan Ibrahimovic di solito non è uomo da retorica e frasi fatte, ma un conto è annullare i filtri da giocatore, un altro quando si riveste un ruolo all’interno del club. In effetti, osservando (il poco) che dice, come si pone e i vari aspetti di cui si deve occupare, Z non restituisce esattamente una sensazione di compiutezza. Non tanto in termini di missioni aziendali, quanto di adattamento al ruolo. Chi lo vede, lo vede felice? Mah.

caselle da riempire

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Questa estate per lui significa l’ingresso in una dimensione ancora diversa. L’arrivo di Tare (dirigente che, di base, non ha bisogno di tutor e consiglieri ad personam) e quello di Allegri (vale lo stesso ragionamento di Tare) ha riempito caselle che negli ultimi anni si sono rivelate deficitarie. C’è stato un momento, e pure piuttosto lungo, in cui Ibra è stato a tutti gli effetti il frontman del Diavolo. Era come il prezzemolo, ovunque. Una sovraesposizione che, tra l’altro, non riscuoteva un grande entusiasmo nella proprietà. Nell’idea di RedBird il suo ruolo non doveva – e non deve – essere il principale punto di riferimento mediatico. Ora questa sovraesposizione non c’è più, anzi. Qualche giorno fa il club ha organizzato un incontro informale con i media, a cui hanno preso parte Furlani e Tare. Nessuna traccia di Zlatan e d’altra parte non avrebbe nemmeno avuto senso dal momento che lo svedese non è un dirigente rossonero, ma un consulente dell’azionista di maggioranza. A libro paga, dell’azionista di maggioranza. Lo stesso Furlani, a domanda specifica, ha tratteggiato Z così: “C’è stata confusione sul suo ruolo. È stato e rimane una persona molto importante nel contesto del progetto Milan. Il ruolo di Zlatan è a livello di proprietà, il suo input è sulla parte sportiva, commerciale, istituzionale e di rappresentanza. Una persona che ci ha fatto vincere come giocatore. Ha una ricchezza di competenze e una conoscenza del mondo del calcio molto ampia”. Tare ha aggiunto: “In questa prima fase di mercato abbiamo cercato di capire quali sono le uscite di questa squadra, quali sono i giocatori che possono arrivare. Abbiamo fatto tante riunioni insieme allo staff, con Zlatan, Moncada e Allegri”.

vita sui social

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Insomma, Ibra partecipa attivamente alle riunioni operative (l’ultima, plenaria, pochi giorni fa) ma allo stesso tempo opera in una sorta di autogestione, sganciato dalle dinamiche spicciole della dirigenza intesa nel modo più convenzionale. E’ il motivo per cui mentre Tare prende aerei, spedisce Pec, contratta con altri club come in souk arabo e sente Allegri dieci volte al giorno, Zlatan posta le sue vacanze con Verratti, le rovesciate in piscina, le visite al parco del Serengeti e pure le personali felicitazioni a Pogba per la nuova vita al Monaco. Certo, fa effetto soprattutto in un momento dove il Diavolo sta rivisitando profondamente la sua rosa. Ibra però, come si dice in gergo aziendale, riporta direttamente a RedBird e a Cardinale, che peraltro all’epoca lo definì “il mio sostituto a Milano, ha l’autorità di essere la mia voce parlando con staff e giocatori”. Insomma, si muove a un altro livello, anche se non sono sfuggite a nessuno le dinamiche degli ultimi mesi, con la discesa in campo in prima persona di Z (accanto a Cardinale) alla ricerca del direttore sportivo, e successiva “rivendicazione” gerarchica dell’ad Furlani. La figura di Ibrahimovic probabilmente è destinata a rimanere nell’ambito dell’astrattismo, un quadro dove ognuno può vederci ciò che crede. Resta, allora, la domanda di partenza: “Quanto ti piace, Zlatan quello che stai facendo nella tua seconda vita calcistica?”.



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