Ll tecnico nerazzurro amareggiato per i gol subiti in sospetto fuorigioco, il conte Max parla per parabole ed evita ogni polemica dopo il 2-2 di ieri
Non è stata davvero una serata facile quella di ieri a San Siro per Luca Zufferli, uno degli arbitri emergenti della new wave cui Rocchi sta dando fiducia con continuità anche per gare di prima fascia: tutti scontenti dopo il 2-2 finale, il Pisa si lamenta per possibili furigioco sui gol rossoneri, il Milan per un rigore apparso a dir poco severo e per un possibile fallo in occasione del gol di Nzola. Diverse però le reazioni di Gilardino e Allegri.
La rabbia di Gilardino
Il tecnico del Pisa Gilardino aveva fatto la bocca ai tre punti: “Non so se sono più incazzato per il risultato o più felice per la prestazione dei ragazzi. Se ci avessero detto che avremmo fatto una partita del genere, ci avremmo creduto, perché l’avevamo preparata così. Nel primo tempo siamo stati ordinati, poi nel secondo tempo siamo cresciuti. Deve essere per noi questa serata una grandissima iniezione di fiducia e di coraggio. Con Cuadrado ho rischiato un po’ di più e sono contento di come è entrato; l’ho preservato in queste settimane, spero di poterlo utilizzare un po’ di più.”.
La nota stonata quei gol presi con il portiere disturbato dagli avversari per un fuorigioco che è stato giudicato passivo. Non da Gilardino che ironizza: “Sono cose singolari dell’arbitro e del quarto uomo. Più che altro è la regola degli uomini davanti al portiere, sia sul primo che sul secondo gol… Bisogna preparare degli schemi su queste cose qua, perché se si possono lasciare degli uomini davanti al portiere, cercheremo di sfruttarlo”.
Allegri serafico, il paradosso del punto guadagnato
Sembra davvero cambiato Allegri dopo l’anno sabbatico. In campo è ancora un po’ fumantino ma quando la partita finisce si trasforma. Se Conte nelle interviste è sempre più caustico, se Tudor ha perso la bussola anche nella comunicazione, se Sarri e Pioli sono sull’orlo di una crisi di nervi, se Chivu maschera fin che può la sua vera natura salvo lanciare frecciate velenose qua e là, l’unico vero saggio – almeno nel dopo partita – è proprio l’allenatore del Milan.
Nessun lamento con gli arbitri
Intanto non se la prende con gli arbitri, nonostante gli porgano l’assist evidenziando il contrasto tra Moreo e Gabbia – non sanzionato dall’arbitro – in occasione del gol del 2-1 per il Pisa di Nzola (“Ma no, assolutamente. Anche lì, una palla lunga in cui ci siamo fatti trovare impreparati, indipendentemente dal fallo o non fallo”), poi spiazza tutti dicendo: “Alla fine non abbiamo perso, e questa è una cosa positiva, allo stesso tempo ci servirà per migliorare tutte queste cose. Il punto di oggi ci amareggia, ma alla lunga sarà pesante ai fini dell’obiettivo stagionale. In queste serate qui, la sconfitta è dietro l’angolo eh.
Con la Cremonese avevamo perso, magari quello di oggi alla fine dell’anno è un punto guadagnato”. Fantasia? Fino a un certo punto: l’anno scorso lo scudetto si decise al fotofinish e quel punto che il Napoli prese col Venezia tra mille critiche alla fine risultò decisivo.
Parla sempre più per motti e parabole Allegri: dopo il “fiutare il pericolo” della prima giornata ecco ora “la serenità dei forti” che porta prima o poi a segnare: “Noi siamo una squadra forte, abbiamo ottimi giocatori. Quindi, se hai la serenità del forte, devi sapere che poi alla fine il gol lo trovi. Deve regnare l’equilibrio. Abbiamo sbagliato e dobbiamo riflettere, lavorare sulle cose non andate. Negli ultimi cinque minuti ci sono due cose che vanno migliorate: in quel momento lì bastano due azioni per vincere la partita ma in quei momenti lì non si deve perdere la testa, perché Pavlovic ha dovuto rincorrere Nzola”


