Milan-Monza 2-0 gol di Gabbia e Joao Felix

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Primo tempo con ritmi molto blandi, poi nella ripresa il Diavolo accelera e chiude i conti

Marco Pasotto

Giornalista

Tristezza e malinconia. Malinconia perché soltanto due giorni fa il Milan celebrava sui social il terzo anniversario dell’ultimo scudetto. Sembra il mesozoico, da quante cose sono successe nel frattempo. E non sono decisamente state cose belle. Tristezza perché Milan-Monza è stata ovviamente una partita nata già triste, finita per la cronaca 2-0 per i rossoneri grazie ai gol di Gabbia e Joao Felix. Tristezza come un Milan provvisoriamente settimo (in attesa della Fiorentina domani, dalla quale dipende il timing dell’ingresso rossonero nella prossima Coppa Italia) e senza Europa, tristezza come un Monza che si congeda e torna al piano di sotto dopo tre anni volati via troppo in fretta. A Silvio Berlusconi, di fronte a questo scenario, sarà scesa più di una lacrima. E tristezza come un allenatore – Conceiçao – all’ultima panchina rossonera senza poter nemmeno mettere piede in campo, confinato dal giudice sportivo dietro il vetro di uno sky box.

significato

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Milan-Monza era una sfida tra grandi deluse e tra club con grandi punti di domanda, due società che devono capire in fretta il modo più efficace per ricostruire e ripartire. Se la partita era senza significato, ecco, questa è una delle parole chiave: occorre darne uno alla prossima stagione perché questa ha raccontato che nulla, o quasi, è stato collocato al posto giusto. Il Milan un primo tassello importante lo ha messo, con il coinvolgimento di Tare che in realtà avrebbe potuto andare a buon fine ben prima. La prossima settimana sarà quella degli annunci, ha detto l’ad Furlani nel prepartita: Igli deve ancora essere ufficializzato ma in realtà ha già iniziato il suo lavoro dietro le quinte, perché la mole è immensa. C’è da mettere mano in tutti gli ambiti dell’area sportiva, mentre al Meazza la gente si chiedeva chi rivedrà dalla seconda metà di agosto in poi. Il Milan, come ampiamente annunciato, ha giocato in un ambiente molto complicato, però nel prepartita ci sono stati applausi per Reijnders quando l’olandese ha ricevuto dalla Lega il premio come miglior centrocampista del campionato. Sempre Furlani ha spiegato che non c’è la necessità di dover mettere alla porta un big e allora forse la permanenza di Tijji dipende soprattutto da lui. Dalla sua volontà e dalle sue ambizioni.

la partita

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Conceiçao ha lasciato in panchina Hernandez e Leao, che chiudono amaramente coerenti col disagio vissuto lungo la stagione. E fuori dall’undici anche Camarda: ma se non stavolta, quando allora? Davanti c’è andato Jovic, assistito da Pulisic e Joao Felix mentre Nesta – cuore sanguinante anche lui, tra i suoi in B e un Milan conciato così – s’è affidato a Keita e Caprari. La partita tutto sommato non è nemmeno stata così malaccio. Certo, ritmi da amichevole estiva – come pretendere di più – ma l’assenza di obblighi tattici stringenti ha permesso a un match comunque privo di senso di offrire qualche spunto interessante. I più vivaci fra i rossoneri sono stati Pulisic, Joao Felix e Camarda, entrato all’inizio della ripresa. Dalla parte opposta a Keita si è strozzato in gola l’urlo per un gol clamoroso – destro al volo in coordinazione perfetta – rovinato da un fuorigioco di Kyriakopoulos. Entrambe le reti nella ripresa, dopo una traversa di Joao Felix: Gabbia di testa su angolo di Chukwueze (64’) e punizione raffinata di Felix (74’). Camarda, acclamatissimo dal Meazza, ci ha provato in tutti i modi: un tiro al volo sporcato da un fallo di mano, un destro uscito di un niente e un altro finito in curva. Nulla da fare, sarà per la prossima stagione, ma Francesco è riuscito nell’impresa di strappare applausi e sorrisi alla depressione di San Siro.



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