Milan, Massimiliano Allegri in pole per la panchina rossonera

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Il club sta progettando la nuova stagione e servono certezze: Max è un vincente e conosce già l’ambiente

dal nostro inviato Andrea Ramazzotti

Un Milan di nuovo al Max. Attenzione, non si tratta di una suggestione o di un titolo a sensazione, ma è un progetto concreto sul quale il club di via Aldo Rossi sta lavorando. Soprattutto dopo l’incontro a New York tra il numero uno di RedBird, Gerry Cardinale, e l’ad Giorgio Furlani, un summit nel quale sono state gettate le basi del nuovo Milan. Appurato che l’avventura in rossonero di Conceiçao si concluderà (a fine stagione oppure prima, se la striscia di sconfitte continuerà), è arrivato il momento di giocare d’anticipo per non vivere, nel 2025-26, un’altra annata come l’attuale. Ovvero figlia dell’errore commesso la scorsa primavera quando, per sostituire Pioli, la dirigenza ha valutato profili… non da Milan. Prima Lopetegui, poi Fonseca. Serviva un allenatore vincente, un conoscitore del campionato e dell’alta classifica. Perché Pioli aveva festeggiato uno scudetto e centrato una semifinale di Champions. C’era bisogno di qualcuno che avesse un appeal e capacità (sulla carta) maggiori rispetto al tecnico di Parma. Come Antonio Conte, che non a caso ha rivitalizzato il Napoli, o come Massimiliano Allegri, che è ancora libero dopo l’anno sabbatico successivo all’addio alla Juventus. E adesso che c’è da sostituire Conceiçao e Max è libero, l’errore del 2024 non sarà ripetuto. Cardinale e i suoi manager hanno capito la lezione che il campo sta impartendo in una stagione dove è arrivato il trofeo numero 50 della storia del club, ma amarezze in abbondanza in Serie A e in Champions. 

L’uomo giusto

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Allegri ha tutte le caratteristiche per essere l’uomo giusto al posto giusto. Primo motivo: dopo una stagione tanto travagliata (e non siamo ancora alla fine…), in via Aldo Rossi hanno capito che serve un “normalizzatore”, ma soprattutto un vincente che sia inevitabile seguire. Non un’altra scommessa. Perché se un anno senza Champions sarebbe in qualche modo sostenibile per una società con un bilancio sano come quello del Milan, fallire per la seconda stagione di fila la qualificazione alla coppa europea più importante diventerebbe intollerabile. Per i conti e per i tifosi, peraltro già infuriati adesso. Sotto questo aspetto Allegri è una garanzia: ha conquistato sei scudetti e ha sempre finito tra le prime quattro (a parte l’anno della penalizzazione in bianconero). Non con il bel gioco o con il calcio dominante che doveva mostrare il Diavolo quest’anno, ma (anche) attraverso 1-0 sofferti. Perché “contano i risultati” e “lo spettacolo si fa al circo”, come ha chiarito spesso Max. Secondo motivo: è già stato a Milanello durante l’era Berlusconi, ha vinto un tricolore e al suo fianco aveva Mauro Tassotti, che potrebbe tornare a far parte del suo staff, e Ibrahimovic come centravanti. Tra i due non sono state solo rose e fiori? Vero, ma il tempo ha suturato le ferite. Obiezione: il ritorno di Max alla Juventus non è stato ricco di soddisfazioni a parte il successo nella scorsa Coppa Italia, perché dovrebbe essere quello al Milan? Semplicemente perché quando è tornato a Torino gli è stato venduto il giocatore più forte della rosa (Ronaldo) e poi ha fronteggiato situazioni complicate soprattutto fuori dal campo. Al Milan troverebbe una società con i conti a posto, che da due stagioni investe sul mercato, che verrà rinforzata da un nuovo dirigente per l’area sportiva (Tare lo stima, idem Paratici) e che è desiderosa di centrare la seconda stella. Terzo motivo: Max è abituato a giocare con tutti i moduli. Ha le sue richieste, ma si adatta anche al materiale umano che gli viene messo a disposizione e tirare fuori il meglio. Nel Milan attuale di calciatori da rilanciare ce ne sono. Rilanciarsi seguendo un vincente come Allegri sarebbe più facile. E se nel dna del Milan c’è la Champions, Max nella coppa europea più ambita due volte è arrivato in finale. 

Alternative

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Allegri dunque è un’idea forte per il Milan, ma stuzzica anche il diretto interessato che ha detto no ai soldi dell’Arabia e aspetta una chiamata importante in Italia per prendersi la rivincita dopo l’addio alla Juve. Alternative a Max? Un altro vincente come lui non c’è e dunque bisognerebbe andare su un altro profilo. Come per esempio Fabregas o De Zerbi, entrambi stimati e apprezzati per il brillante lavoro che stanno facendo con Como e Marsiglia. In pole però adesso c’è Allegri.



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