Prima del francese capitò nel 1961: da allora in poi i leader rossoneri a inizio stagione sono sempre stati italiani
Il nuovo corso del Milan semina le prime certezze, partendo dalle gerarchie. Mike Maignan sarà il capitano. Una conferma ma anche una novità, allo stesso tempo. Nella passata stagione il portiere francese aveva già indossato la fascia sia con Fonseca che con Conceiçao, ma in una sorta di interregno, con Calabria, almeno fino alla sua partenza, depositario morale di quello status. Max Allegri ha spazzato via ogni dubbio, consegnando i gradi a Mike, senza se e senza ma, nonostante il francese abbia il contratto in scadenza. Una scelta forte, un messaggio chiaro anche al portiere, che resta uno dei perni del progetto rossonero. E pure una svolta storica visto che un capitano straniero al Milan mancava da 64 anni. L’ultimo? Niels Liedholm nel 1961.
Continuità
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Carisma, prestigio, senso di appartenenza. La liturgia del “primus inter pares” non è mero formalismo. Dentro allo spogliatoio conta, è un passaggio chiave della governance interna che incide più di quanto si possa immaginare. E allora chi sono gli altri graduati della Serie A? Il principio è quello della continuità: oltre a Maignan, diciotto sono i confermati, in attesa che il Verona ufficializzi il nuovo capitano e sarà comunque una novità. Lazovic ha lasciato l’Hellas perché a fine contratto e nelle prime uscite la fascia è andata a Serdar. Si vedrà.
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Veterani
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Spesso è una questione di militanza, ma non solo. Certo, l’anzianità conta eccome e allora, spulciando le carte, le fasce più longeve sono quelle di Berardi del Sassuolo, Pellegrini della Roma, Bianchetti della Cremonese e Caracciolo del Pisa. La parabola di Berardi nel club emiliano è da calcio vintage. Tutta la carriera nel Sassuolo, un caso più unico che raro. Ha indossato per la prima volta la fascia il 26 agosto 2018 nella sfida col Cagliari (con gol), arrivando a 314 in A e a 399 complessive sempre con la stessa maglia. L’anno passato ha trascinato il Sassuolo di Grosso in A e non esiste esempio più calzante per spiegare il concetto di bandiera. Storia simile quella di Lorenzo Pellegrini nella Roma è nato e cresciuto con l’unica eccezione di un biennio al Sassuolo (2015-2017). Il 6 dicembre 2019, contro l’Inter, la prima fascia giallorossa. Dal 2021 la reggenza è sua e ora, nella nuova Roma di Gasperini, vuole diventare protagonista. Dal 2021 sfoggiano i gradi anche Bianchetti e Caracciolo, che a Cremona e Pisa sono pilastri e idoli della tifoseria. Tornando alle big, spiccano altri casi di alta fedeltà. Lautaro è all’Inter da sette anni ed è capitano dal 2023; sette sono anche gli anni di De Roon all’Atalanta, anche lui capitano dal 2023, in lotta con Berardi per il record di presenze in A con la stessa maglia tra i giocatori in attività (306). Di Lorenzo ha la fascia del Napoli dal 2022 e ha infilato in bacheca due scudetti da capitano come Maradona. Storie Duvan Zapata ha indossato la fascia solo otto volte. Quella della squadra più letteraria del calcio italiano: il Torino. Nominato la passata stagione e subito soffocato da un tremendo infortunio. Che non gli ha impedito però di leggere i nomi degli Invincibili lo scorso 4 maggio a Superga. Da brividi. Locatelli invece, in casa Juventus è riuscito a dribblare pure la centrifuga e a farsi consegnare la prestigiosa fascia da Motta. Più lineare il percorso di Zaccagni che alla Lazio l’ha ereditata dopo l’addio di Immobile. E poi ci sono quelli che ufficialmente sono capitani ma che la fascia la vedranno poco: Pavoletti (Cagliari), Gabrielloni (Como) e De Silvestri, leader incontrastato dello spogliatoio che a Bologna vorrebbero addirittura sindaco.
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