Milan, l’Europa League per salvare l’anno

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Battere la Lazio per accorciare la classifica. Gimenez ha già segnato 5 gol ai biancocelesti, Leao farà da spalla

Giornalista

In fin dei conti, anche l’Europa League sposta gli equilibri e il Milan lo sa benissimo: dopo essere stato eliminato ai quarti di finale dalla Roma di De Rossi, il club decise che era giunta l’ora di cambiare. Fu l’Europa minore, e non la Champions, a sancire la fine e un nuovo inizio. Prima con Fonseca, oggi con Conceiçao. A proposito di allenatori, lo stesso Pioli si era reso conto che in quel preciso istante si era conclusa la sua storia rossonera. Lo aveva raccontato a inizio anno alla Gazzetta: “Sì, c’è stato un momento preciso: ritorno dei quarti di Europa League, Roma-Milan, all’Olimpico. All’andata avevamo perso 1-0. In spogliatoio, prima del match feci un discorso da pelle d’oca, uno dei miei più sentiti di sempre. Ero sicuro di passare. Invece alla squadra non arrivò nulla e in campo fece poco. Lì mi accorsi che quello che davo non bastava più”. Quindi sì, l’Europa League è certamente poco considerata all’inizio ma quando il traguardo si fa più vicino diventa una competizione affascinante.

incassi

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Per i conti, quelli veri e propri, non c’è partita con la Champions: il Milan ha salutato il torneo con un premio consolazione di circa ottanta milioni, quelli che si è visto riconoscere dall’Uefa (60, tra quota partecipazione, risultati delle partite, piazzamento in classifica e market pool) oltre agli incassi da botteghino, sui 20. Tutto ciò nonostante un cammino interrotto già nel playoff. L’Europa League, si sa, è molto meno ricca: 4,31 milioni per la partecipazione, 450mila euro per ogni vittoria, occasioni in cui la Champions “regala” due milioni. La differenza evidente. Ma non esistono solo i soldi, c’è anche l’orgoglio milanista. Per un club abituato a grandi notti europee, è qualcosa che non ha prezzo e che non si può comprare: l’Europa League è l’unico trofeo che manca nella bacheca rossonera. Qualificarsi e giocarla con il massimo delle ambizioni avrebbe un senso. Per il Milan si ricordano gli anni senza coppe europee, non il contrario: nella storia recente aveva mancato l’appunatemento nel salotto Champions per sette anni, dal 2014 al 2021, un’eternità. Dal 2014 al 2017 non aveva avuto una vetrina internazionale: una condizione che la società non vuole sperimentare di nuovo. Nel 2019-20 l’esclusione dalla partecipazione delle competizioni Uefa per volontà del Tas di Losanna dopo il mancato rispetto dei parametri del fair play finanziario. Da lì nacque un nuovo Milan competitivo sul campo e virtuoso nei conti.

ranking

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Oggi il club è solido e la squadra coltiva le ultime speranze di aggancio al quarto posto: battere stasera la Lazio permetterebbe di accorciare la classifica e continuare a crederci. A maggior ragione se il cammino delle altre italiane ancora in corsa in Europa si spingesse fino alle finali: la Fiorentina in Conference, la Roma in Europa League e sì, anche l’Inter in Champions, potrebbero aiutare il Milan. Come? Con il ranking Uefa che a quel punto potrebbe consegnare all’Italia cinque posti nella grande Europa.

all’attacco

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Il presupposto iniziale è la scalata rossonera alla classifica: il Milan deve riscattare le ultime due sconfitte consecutive in trasferta (Torino e il recupero di Bologna) e riprendere da dove aveva lasciato proprio qui a San Siro: vittoria per uno a zero sull’Hellas, gol decisivo di Gimenez. Santi, sempre lui: ha già sfidato la Lazio 4 volte, tutte con la maglia del Feyenoord (due in Europa League e due in Champions), con 5 gol fatti. Curiosità: la Lazio è la sua seconda vittima europea preferita, seconda solo al PEC Zwolle. A spingere Gimenez ci penserà Leao, sempre che non voglia mettere la sua firma sul tabellino marcatori: per Conceiçao e i tifosi del Milan farebbe poca differenza. Importanti come non mai sono vittoria e tre punti.



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