Milan, il nuovo allenatore: tutte le piste di Tare

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Risolta la situazione del ds, con Tare che sarà ufficializzato nelle prossime ore, rimane da assegnare la panchina: ma Italiano è a colloquio con il Bologna, Allegri parla con il Napoli e gli altri nomi…

Marco Pasotto

Giornalista

Se, come ha detto Giorgio Furlani nel prepartita col Monza, “la prossima stagione non potrà essere come questa”, la traduzione è soltanto una: bisognerà evitare di ripetere gli stessi errori. Ne sono evidentemente stati commessi parecchi – senz’altro più del lecito – e sarebbe riduttivo limitarne l’orizzonte temporale partendo magari dal tardo autunno, quando la situazione stava prendendo una brutta piega. No, gli sbagli risalgono già alla scorsa estate, nelle settimane in cui il Milan cercava il sostituto di Pioli. C’è una certa recidività nelle tempistiche d’azione del club rossonero. Questo era, e resta, un Diavolo lento nel dare forma alle proprie idee nell’ambito dell’area sportiva. Vuoi per presumibili difformità di vedute all’interno della dirigenza, vuoi perché la filiera rossonera prevede svariati passaggi, fino alla luce verde finale di RedBird. Lentezza riscontrabile per esempio nella scelta di Tare, che fra i papabili era l’unico libero e avrebbe quindi potuto insediarsi – ovvero iniziare a lavorare – ben prima di fine maggio. Stesso concetto, negli ultimi anni, anche nella scelta di alcuni giocatori, che poi si sono accasati altrove perché il tempo passava, da via Aldo Rossi non chiudevano e la concorrenza piazzava l’affondo vincente. Medesima situazione, infine, anche con l’allenatore.

girandola

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Riavvolgere il nastro fino alla scorsa estate non richiede un grande sforzo di memoria. Pioli era a fine corsa e, al di là delle comprensibili dichiarazioni di facciata, la cosa era arcinota, così come quest’anno con Conceiçao. Significa che, essendo una situazione prevista e non una separazione improvvisa, ci si poteva iniziare a lavorare su con un certo anticipo. Eppure, dopo la consueta girandola di nomi accostati al Diavolo più o meno compiutamente – da Thiago Motta a Sarri, dallo stesso Conceiçao a Gallardo e Scaloni -, e senza che il nome in cima alla lista dei desideri dei tifosi (Conte) fosse mai stato realmente vicino ai rossoneri, il profilo su cui s’è orientato seriamente il club è stato Lopetegui. Salvo poi fare clamorosamente marcia indietro – anche, ma non solo, a furor di popolo – e virare su Fonseca. Precisiamo: il portoghese è arrivato a metà giugno, quindi in tempo assolutamente utile per allestire la stagione, ma prima della sua nomina c’è stato un discreto caos.

profili

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Dodici mesi dopo, per certi versi è ancora peggio. Peggio perché un anno fa il gruppo di comando dirigenziale era noto e non sarebbe cambiato. Stavolta c’è un direttore sportivo ancora da ufficializzare e all’orizzonte una stagione senza Europa. E quindi sarebbe necessario avere le idee molto chiare fin da subito, mentre i tifosi invocano nuovamente a gran voce il nome di Conte, considerato l’unico profilo in grado di ricostruire dalle macerie. In realtà le idee ci sarebbero anche. La finale di Coppa Italia ha fatto da detonatore su Italiano, nome che peraltro era presente da tempo sulla lista rossonera. Il fixing da Bologna, però, fino a questo momento indica più probabile una sua permanenza in Emilia. Altri nomi? Allegri torna di moda ciclicamente, conosce l’ambiente ed è un bravo ricostruttore, ma parrebbe già promesso sposo di De Laurentiis. Ciò significherebbe Conte che saluta Napoli, ma con direzione Juventus. Insomma, ora come ora il domino delle panchine è possibile, anzi probabile, ma non sembrerebbe coinvolgere il Milan. Il club per adesso resta alla finestra cercando di capire dove può infilarsi, e quando, mentre i tifosi – al di là delle speranze su Conte – chiedono una cosa sola: un allenatore di spessore, in grado di imprimere una svolta vera.



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