Fonseca e Morata sostituiti a gennaio, ma neanche Conceicao e Gimenez stanno convincendo: sono gli errori che hanno portato alla stagione nonsense del Milan di quest’anno, e che non vanno rifatti
L’unico record che può vantare il Milan di questa stagione è quello della distanza tra il valore della rosa e la posizione in classifica (al momento la nona, con 51 punti, fuori da tutte le competizioni europee). E non è un bel record. Nessuna delle big ha visto le sue legittime aspirazioni così schiacciate sotto il peso dei fatti, nessuna ha così sotto performato, a dimostrazione che non bastano campagne acquisti importanti (la società è stata tra le più attive sul mercato sia in estate che a gennaio), ma serve mettere i tasselli al posto giusto.
ds figura centrale
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Ecco perché la notizia che il Milan è vicino a chiudere per un direttore sportivo, prima ancora di soffermarci sul nome, ha assunto un’importanza che in genere non si riserva a questa figura nell’organico: la società ripara uno dei suoi errori di costituzione, quello di più lungo corso, quando nel post Maldini (e, aggiungiamo, nel post Gazidis, ad che comunque aveva una lunga esperienza di calcio) ha deciso che poteva fare a meno della figura di un manager che sapesse di campo, dividendo le competenze tra ad, area scout e Ibrahimovic. Quella lacuna sta per essere finalmente riempita e al momento in pole c’è Igli Tare, scelta razionale (è libero, può mettersi subito al lavoro), curriculum tra i migliori in circolazione, conoscenza del campionato italiano e del mercato internazionale. Zlatan Ibrahimovic potrà così tornare al ruolo che inizialmente era stato cucito per lui, quello di superconsulente della proprietà, lasciandogli la possibilità di crescere come manager, senza che sia costretto a riempire tutti i buchi in organigramma.
gli errori
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Se sarà davvero Tare, a lui spetterà il compito di riparare gli altri due errori che stanno alla base di questa stagione bislacca: la scelta dell’allenatore e quella del centravanti titolare. Nel momento di costruire la squadra a tavolino il Milan li ha sbagliati entrambi, se è vero che tra dicembre e gennaio ha esonerato Paulo Fonseca e dirottato Alvaro Morata in Turchia. Il problema è che, se sarebbe forse ingiusto sostenere che sono state messe pezze peggiori del buco, di sicuro le correzioni non si sono rivelate del tutto convincenti. Con ordine: Sergio Conceiçao, che pur ha vinto la Supercoppa e può portare a casa ancora la Coppa Italia battendo l’Inter, ha preso una squadra all’8° posto dal collega portoghese e adesso, come detto, è nono. La scossa non c’è stata. E nell’epoca dei bilanci sostenibili, un posto in Champions vale più dei due eventuali trofei.

italianità
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Dall’allenatore bisognerà dunque ripartire: ne serve uno con lo standing adeguato, di esperienza e personalità, in grado di gestire nel modo giusto Leao, talento che non può essere regalato agli avversari. Se all’identikit si aggiunge l’italianità che sembra ricercata dall’ad Giorgio Furlani per il prossimo Milan, ecco che i candidati si riducono di molto e, tra questi, spicca quel Massimiliano Allegri che era rientrato nelle chiacchiere anche a Natale per poi uscirne (e forse, con la sua esperienza, in Europa ci si sarebbe andati).
gimenez smarrito
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L’altro tema è quello del centravanti: Santiago Gimenez è arrivato a gennaio per 28,5 milioni, strappato all’avversaria dei playoff di Champions, il Feyenoord, perché aiutasse subito a centrare la qualificazione. Obiettivo fallito. Dopo un avvio comunque non malvagio, si è smarrito: non segna da quasi due mesi, non è stato titolare nelle ultime quattro partite (si è anche fatto male), mentre hanno trovato spazio Abraham e Jovic che non è detto resteranno anche la prossima stagione. Un altro nonsense. Anche ammesso che il messicano prenda le misure alla Serie A e finisca il periodo di ambientamento, da solo non può bastare. E quindi, Tare o non Tare, c’è da darsi una mossa. Perché di tempo ce n’è poco e questo scorcio di stagione ha senso solo se verrà impiegato per programmare la prossima. Altri peccati capitali non sono ammessi.
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