Milan, Conceiçao: il portavoce dice che è stato lasciato solo

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Il collaboratore fa filtrare l’insoddisfazione dell’allenatore che a sua volta prende le distanze: “Falso, il club è con me”

Alessandra Gozzini

Giornalista

Un’altra giornata a tutto calcio: Sergio Conceiçao ha diretto l’allenamento del mattino, prima di dedicarsi nel pomeriggio a video e partite in tv. Europa e Conference League, dalla prima serata alla notte. La routine di un allenatore che cerca con il massimo dell’impegno di rialzare la sua squadra, il Milan, ad altezza Europa. Conceiçao si è concentrato su difesa e attacco, e stavolta qualcosa di strano c’è: è stato costretto a farlo anche una volta uscito dal campo. Prima un improbabile contropiede, con il portavoce portoghese dell’allenatore che trasmette tutta l’insoddisfazione di Sergio. Messaggi, articolati punto per punto e inoltrati alla stampa, che sarebbero la trascrizione del pensiero di Conceiçao. Il tecnico lamenterebbe problemi di funzionalità nella struttura d’allenamento a Milanello e anche la scarsa preparazione atletica della squadra. Ma soprattutto la mancanza di supporto dirigenziale, di un progetto tecnico chiaro e ancora la lontananza di Cardinale. Per finire l’assenza di impegno da parte del gruppo e in particolare dei suoi giocatori di riferimento. Un attacco diretto, altro che le giocate della squadra al limite dell’area, spesso incapace di inquadrare la porta. Una giocata che ha scosso il pomeriggio rossonero e che da attacco rischiava di diventare resa: la società non avrebbe potuto restare indifferente di fronte a certe parole. 

smentita totale

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A quel punto Conceiçao non è tornato di corsa in difesa, piuttosto si è rivisto nel vecchio ruolo di mediano ed è entrato in tackle sul suo stesso staff della comunicazione. Sergio ha rinnegato tutto con determinazione: certi pensieri non gli appartengono e sono assolutamente distanti dalla realtà. Se c’è qualcosa che l’allenatore ha da sottolineare – è il motto dell’uomo tutto d’un pezzo – lo fa con i diretti interessati. Oppure, se ha messaggi che intende far arrivare a più interlocutori, non esita a parlare di fronte a microfoni, telecamere e giornali. Proprio alla Gazzetta ha fatto sapere: «Soffro tantissimo per il momento del Milan ma niente di ciò che è stato riportato sul mio conto è vero. La società è sempre presente, so che il club è con me». Sergio è un professionista che ha vissuto e vive di calcio, conosce le dinamiche del gioco (anche quando si esce dal campo) e sa come gestirle. Non si nasconde dietro alle parole di altri, fa sapere e sentire tutto dalla sua stessa voce. Conceiçao smentisce di non trovare a Milanello tutte le comodità di cui ha bisogno, tanto che il centro sportivo è stata la sua casa per diverse settimane. Smentisce con ancora più forza e convinzione l’idea di sentirsi solo, abbandonato dal club: si confronta ogni giorno con il dt Moncada, presenza quasi fissa al campo, e con Ibra. Lo ha fatto anche ieri. Negli ultimi tempi è stato proprio Zlatan a prendere la parola di fronte alla squadra e rafforzare le prese di posizioni del tecnico. Tra Sergio e il gruppo non sono mancati momenti di tensione, come sempre accade e a maggior ragione in periodi di difficoltà: ma quando c’era da chiamare i giocatori alle proprie responsabilità, Conceiçao lo ha fatto pubblicamente. E’ andato in tv e ai giornali a raccontare che in carriera aveva allenato squadre tecnicamente più scarse ma più applicate, e che invece ha trovato al Milan un gruppo di grandi interpreti che spesso si esibiscono senza intensità. Che l’allenatore sia deluso non è un segreto: un allenatore ed ex calciatore che ha fatto dell’impegno e dell’applicazione i suoi presupposti vincenti, non ammette errori di distrazione o poca energia nei duelli. Le ultime partite del Milan hanno proprio evidenziato certi limiti: caratteriali più che tecnici. Evidentissimi in Champions, persa per colpa dell’imperdonabile ingenuità di Theo Hernandez. Esattamente un anno fa il Porto di Conceiçao lasciava la Champions agli ottavi di finale, battuto ai rigori dall’Arsenal. Uno a zero all’andata e stesso risultato al ritorno: la formazione londinese era molto simile a quella che due sere fa ha riempito di gol (7) il Psv. Un precedente che il tecnico ha ricordato in vari confronti con il club e il gruppo proprio per ribadire come sia la forza di volontà a indirizzare il risultato di una partita. Lo spirito, prima ancora del talento: ed è per questo che l’allenatore riflette su una profonda rivoluzione dell’undici che scenderà in campo domani a Lecce. 

confronto

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Dopo il malinteso con uno degli addetti personali alla comunicazione, ieri Conceiçao si è confrontato con la società, facendo chiarezza sull’episodio, e poi affidandosi all’ufficio stampa del club. Lo stesso autore dell’equivoco in serata ha fatto una clamorosa retromarcia. E sempre a proposito di messaggi e dichiarazioni, oggi Conceiçao tornerà a parlate alla vigilia della trasferta di Lecce. L’occasione per ribadire i suoi veri pensieri e per correggere pubblicamente lil fraintendimento di ieri. Ah, ci sarebbe poi una partita da presentare: il Milan avrà un solo risultato a disposizione. Vincere per tentare la risalita europea. Anche a fine partita Sergio farà la sua analisi, e lì non saranno possibili abbagli. Un successo gli permetterà di tirare il fiato e avere un’altra settimana di allenamenti per preparare la sfida successiva. In caso contrario ci saranno altre parole: club e tecnico passeranno ai saluti? 



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