Milan, Cardinale e il futuro: i piani della dirigenza

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Al termine di una stagione fallimentare il numero uno di RedBird è chiamato a trovare soluzioni e rilanciare

Marco Pasotto

Giornalista

Le tracce pubbliche più recenti risalgono a qualche giorno fa, quando è uscita la notizia dell’acquisizione dello storico The Telegraph da parte di RedBird. L’obiettivo è quello di “far crescere il marchio nel Regno Unito e a livello internazionale, di investire nella sua tecnologia e di espandere la sua base di abbonati”, ha spiegato Gerry Cardinale in seguito all’offerta da quasi 600 milioni di euro che per RedBird è “il più grande investimento nel settore della stampa britannica degli ultimi dieci anni”. Si sa, Cardinale ama diversificare gli investimenti e, come nel caso del Milan, spesso e volentieri rivolge lo sguardo a Est dell’Atlantico. D’altra parte il contesto è sempre stato molto chiaro fin da subito: il club rossonero era e resta soltanto uno degli ambiti nei quali Cardinale e RedBird gestiscono il business: non l’unico. E non necessariamente – quanto meno, non sempre – quello in cima alla lista sull’agenda.

mosse

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Occorre per forza di cose partire da questo presupposto, come dato oggettivo di cronaca spicciola, intorno al quale ognuno può poi legittimamente trarre le proprie considerazioni. Di certo, in un momento molto complesso dove l’operato della proprietà rossonera è pesantemente finito nel mirino dei tifosi, la gente milanista si chiede che cosa succederà. Quali saranno le mosse del numero uno di RedBird (il quale ha ovviamente tutto l’interesse che il Milan vada bene). Quali saranno modalità e strategie attraverso le quali si proverà a far ripartire un Diavolo sprofondato dodici punti più sotto rispetto alla stagione precedente, e senza coppe. È questo il vero colpo al cuore di Cardinale, e non soltanto per i consueti motivi di sostenibilità finanziaria (il bilancio in chiusura a fine giugno registrerà un moderato segno meno dopo il recente attivo): una squadra priva di visibilità europea – e, a cascata, mondiale visti i circa 500 milioni di tifosi sparpagliati per i vari continenti – è l’antitesi del piano di sviluppo globale del marchio intrapreso dall’imprenditore fin dalle prime battute. Con un occhio ovviamente di riguardo verso il mercato Usa, ma non solo: la tournée dell’estate 2025 per esempio sarà in Oriente.

quota

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Cardinale ha preso atto (ben prima che finisse) di una stagione fallimentare sotto l’aspetto sportivo e si è mosso per fornire linee guida diverse. A cominciare dalla ricerca del direttore sportivo, figura che era stata abrogata per poi essere riabilitata di fronte alla sua evidente imprescindibilità (quanto meno in un contesto italiano). Gerry stesso, tra febbraio e marzo, ha incontrato di persona assieme a Ibra svariati candidati al ruolo, compreso Tare. L’altro input arrivato dalla proprietà è relativo al grado di italianità, ovvero alla necessità – anche in questo caso riscontrata alla prova dei fatti – di aumentarne la quota specifica. Virare verso l’ingresso di figure nate in Italia o, come nel caso di Tare, italiani acquisiti. Vale per la dirigenza, ma vale anche (e soprattutto) per la squadra. A partire dall’allenatore, come è chiaro dai nomi attualmente in ballo. Un altro aspetto che Cardinale dovrà chiarire in termini perentori e definitivi riguarda i rapporti di forza all’interno del management. Equilibri che lungo i mesi si sono fatti via via più delicati, ovviamente poco agevolati dalla mancanza di risultati. A partire dalla figura di Ibra, che lui ha definito i suoi occhi e la sua emanazione a Casa Milan e Milanello, ma finito anch’egli nel tritacarne di una stagione dove nessuno è privo di colpe e responsabilità.

stadio

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C’è infine – fattore cruciale per ipotizzare qualsiasi scenario futuro – l’evoluzione dell’iter sul nuovo stadio. Milan e Inter hanno accelerato tornando a lavorare insieme su San Siro e stavolta le lungaggini non sono contemplate dal momento che nella prima metà di novembre scatterà il vincolo sul secondo anello del Meazza. Club e Comune di Milano si sono dati come dead line indicativa per la compravendita la fine di luglio e vedremo se Cardinale tornerà di persona a Milano per occuparsene. L’ultima volta che è stato a Milanello risale al 26 agosto, in tribuna per una partita (a Madrid) il 5 novembre, mentre il 18 aprile ci sarebbe stato un blitz milanese – mai confermato ufficialmente – per un summit con Furlani e Ibra. Una presenza sporadica, che l’andamento della stagione non ha incentivato.



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