Mercato Milan, il cambio di strategia: il commento di Vernazza sulla Gazzetta

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Il principe dei realisti in panchina, il campione croato, il pressing su Xhaka: i rossoneri per tornare in alto hanno cambiato strategia

Sebastiano Vernazza

Giornalista

Il Milan ha cambiato piano industriale. Stop ai progetti di sviluppo tarati sul lungo periodo. Come diceva, con un paradosso, l’economista britannico John Keynes, sul lungo periodo non ci saremo più. Keynes usava un’espressione più cruda, ma il senso è lo stesso. Non abbiamo certezza del futuro a lontana scadenza, meglio concentrarsi sull’oggi. E il Milan si è convertito alla filosofia dell’instant team, della squadra istantanea che deve fare risultati immediati, una scelta imposta dall’ottavo posto della scorsa stagione. La parentesi portoghese, prima il giochista Paulo Fonseca, poi il risultatista Sergio Conceiçao, si è chiusa senza gloria: né bel gioco né risultati. 

Inversione a U

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Inversione a U e il nuovo allenatore è Massimiliano Allegri, il principe dei realisti. Allegri non si perde in solfeggi né ghirigori, va dritto al punto, anzi ai punti. Tutto e subito, di misura o meno non importa. Conta vincere e stop. Non aspettiamoci bellezza, ma concretezza. Il Milan ha bisogno di ritornare in Champions, il resto verrà dopo, se verrà. Nella sua precedente esperienza in rossonero, nel 2010-11, Allegri centrò lo scudetto al primo colpo. All’epoca aveva ereditato una squadra arrivata terza nel 2009-10, con Leonardo allenatore. Oggi il dislivello è più netto, risalire dall’ottava piazza alla cima non sarà facile, anche se Antonio Conte ha appena vinto il campionato con il Napoli, che l’anno prima aveva chiuso al decimo posto. Allegri al Milan come Conte al Napoli? Perché no? Le prime mosse di mercato sembrano riguardare il centrocampo e vanno nella direzione dell’esperienza. Quasi fatta per Luka Modric, l’accordo verrà ufficializzato quando il croato ritornerà dal Mondiale per club. Modric compirà 40 anni il 9 settembre, ma il Milan 2025-26 giocherà soltanto in Italia, niente euro-coppe, e uno come Modric in Serie A può scavare differenze, anche a minutaggio ridotto. Non è pensabile che giochi sempre e comunque, è possibile che, in corso di partita, venga sostituito o sostituisca, ma Modric inciderà e regalerà lampi del suo genio, i fuoriclasse sanno ingannare l’età. 

non solo modric

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L’ultima traccia di mercato porta a Granit Xhaka, centrocampista svizzero del Bayer Leverkusen. Neppure lui è di primo pelo, ha quasi 33 anni, altro segnale di come Igli Tare, il nuovo ds, voglia andare sul sicuro e sull’immediato. E se a Modric e a Xhaka si aggiungerà il 30enne Adrien Rabiot, un fedelissimo di Allegri, il Milan si ritroverà con una mediana di califfi, di gente abituata a giocare per vincere, una miscela di classe sublime (Modric), di geometria e di forza (Xhaka) e di corsa (Rabiot). Oltre cent’anni in tre e poco importa, perché l’obiettivo è l’oggi, non il domani. In attacco verrà acquistato un centravanti perché Gimenez da solo non basta. Sarà un nome da Milan, un attaccante da almeno 15 gol garantiti. Dusan Vlahovic è il sogno, non si sa quanto proibito. Se arrivasse, Vlahovic sarebbe per Allegri quel che Lukaku è stato ed è per Conte. Forse il Milan andrà in controtendenza per la difesa. Si fa il nome di Leoni, il giovane centrale del Parma inseguito da molti, si è parlato del 25enne Kiwior dell’Arsenal, ma, con Theo Hernandez in uscita, si pensa al 28enne Zinchenko, anche lui dell’Arsenal. Più in generale, qualche giovane arriverà, perché qualche fiches sul futuro va puntata a prescindere, però la priorità è il recupero della competitività ad alto livello e, per riuscire nell’intento, serve gente strutturata, fatta e finita. Sembra quasi che Milan e Inter si siano scambiate le strategie. Fino a ieri, era l’Inter a nutrirsi di parametri zero o di giocatori consolidati, laddove il Milan investiva di più sulle belle promesse. Oggi lo scenario si è invertito e i nuovi allenatori lo dimostrano più di ogni altra cosa o figura: il pluridecorato Allegri contro il quasi esordiente Chivu.



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