Mercato e bilanci, la lezione del Napoli. Il commento di Ravelli sulla Gazzetta

allgossip9@gmail.com
5 Min Read

Lo scudetto azzurro insegna: si può vincere con attenzione ai bilanci. Le manovre oculate delle altre big

Arianna Ravelli

Giornalista

Il Lione rischia la retrocessione per i conti, il Barcellona ha finito di pagare i debiti dell’era Messi una settimana fa e ha ancora difficoltà a iscrivere i giocatori (tanto che qualcuno eccede nel chiedere garanzie e non si trasferisce più, vedi Nico Williams), il Chelsea paga la multa all’Uefa, la Roma anche ma in misura minore perché sta raddrizzando la situazione, la Lazio (per altri motivi, comunque legati ai bilanci) ha il mercato bloccato. 

nuova mentalità

—  

Il fairplay finanziario non è certo un meccanismo che ha sempre funzionato, soprattutto nei controlli, ma – assieme alla nuova natura della maggior parte delle proprietà di A (fondi di investimento che non possono sperperare i soldi dei propri clienti) – ha contribuito a cambiare la mentalità. Risultato: i tempi dei mercati sopra le righe (e oltre i numeri), delle squadre che dopo una stagione negativa rivoluzionavano la rosa senza badare a spese, degli all-in per arrivare in Champions e poi qualcuno provvederà, sono finiti. Qualcuno li guarderà con nostalgia, ma è meglio fare professione di realismo. 

tifosi

—  

Persino i tifosi sono diventati esperti commercialisti, una volta parlavano di terzino di spinta e 4-3-3, adesso maneggiano con disinvoltura termini come ammortamento, plusvalenza, aumento dei ricavi. I virtuosi non sono l’eccezione ma sono diventati la norma. Ce lo chiede l’Europa (leggi l’Uefa con le sue regole), certo. 

napoli

—  

Ma la squadra che ha vinto due scudetti in tre anni, il Napoli, è anche quella che a gennaio vende il suo miglior giocatore, Kvaratskhelia, e così dà una lezione a tutti. Adesso, forte dei suoi conti stabilmente in ordine, ha avviato un circolo virtuoso (cui si aggiungeranno i proventi della Champions) e dopo aver preso De Bruyne a zero, si accinge a spendere sul mercato, ma guadagnerà risolvendo la questione Osimhen e l’attenzione, nella costruzione della rosa, al “costo del personale” resterà irrinunciabile per De Laurentiis. 

avversarie

—  

Anche le avversarie, che il Napoli dovrebbero andare a prenderlo, non hanno intenzione di fare follie. Non significa che non sarà un mercato scoppiettante, solo che sarà sempre più necessario avere idee brillanti per comprare guardando i bilanci. Il Milan, che pur deve riprendersi da una stagione fallimentare, non potendo contare sui proventi della Champions, ha dovuto iniziare il mercato con la cessione del suo miglior giocatore, Reijnders. In generale sa bene che i prossimi sogni di mercato saranno da calibrare con altrettante uscite: l’elenco è lungo (il caso di Theo Hernandez è il più spinoso), vendere bene sarà come sempre cruciale. 

juve e inter

—  

E allora ecco che si arriva alla Juventus, alle prese con il cappio di Vlahovic e dei suoi 12 milioni netti di stipendio (un problema anche per il Milan che pensa al serbo), eredità di una gestione precedente, e delle scelte errate del mercato passato: David è arrivato a parametro zero (seppur sui generis tra bonus d’entrata da corrispondergli e commissioni da pagare agli agenti), i prestiti di Kolo Muani e Conceiçao, pur graditi all’allenatore, sono da settimane oggetto di profonde riflessioni, si cerca la formula per rinnovi non troppo onerosi e che non pregiudichino altre operazioni. Avanti, con juicio. L’Inter che festeggia il suo primo pareggio di bilancio dopo una vita e potrà contare sugli incassi arrivati dalla cavalcata in Champions, ha già speso 60 milioni circa, ma, secondo abitudine marottiana, si è mossa con anticipo evitando aste (vedi gli acquisti di Sucic e Luis Henrique, ma in parte anche Bonny) e adesso — non solo per ragioni di bilancio, ma anche di gestione dello spogliatoio – non alzerà muri per possibili uscite, per prima quella di Calhanoglu, probabilmente non l’unica. L’Atalanta sul tema da anni insegna a tutti. Le follie non abitano più qui, non è detto che sia un male.



Share This Article
Leave a Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *