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McKennie: “Quando sono tornato alla Juve non avevo né un armadietto né un posto auto…”

June 20, 2024 | by allcalcio.it

McKennie: “Quando sono tornato alla Juve non avevo né un


Il centrocampista racconta a The Athletic come ha superato i tempi bui. “Il momento peggiore è stato il rientro dal prestito al Leeds: tutti dubitavano di me. Guardatemi adesso”

Dal nostro inviato Davide Chinellato

Weston McKennie ha ritrovato la parola. Non per annunciare che andrà all’Aston Villa nell’affare che porterà Douglas Luiz alla Juve (il centrocampista statunitense è ormai fuori da una trattativa a un passo dalla conclusione) quanto per ricordare, via The Athletic, di come ha superato i dubbi che lo circondavano. Anche al momento del ritorno in bianconero dopo il prestito al Leeds del 2022-23 (“Il momento peggiore della mia carriera” ammette), quando non aveva più un armadietto e si cambiava con le giovanili. “Tutti dubitavano di me, ma guardatemi adesso” dice dal ritiro della nazionale Usa con cui sta per affrontare la Coppa America, torneo dopo il quale, racconta, comincerà a pensare al suo futuro. 

RITORNO

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“Sapevo che sarebbe stata una sfida, ma non sapevo quanto” racconta del suo ritorno alla Juve all’inizio del 2023-24 dopo il disastro di Leeds, dove le critiche per non aver dato una mano a una squadra retrocessa con lui in Championship si erano trasformate in insulti razzisti che l’avevano toccato profondamente. “Quando sono tornato non avevo più il mio armadietto, una stanza in hotel o un parcheggio al centro sportivo – racconta a The Athletic -. Mi cambiavo negli spogliatoi delle giovanili, anche se in quello principale c’era posto per giocatori della rosa che non avevano mai vestito la maglia della Juve ed erano sempre in prestito. Io quando ero andato via giocavo regolarmente, adesso non potevo nemmeno riavere il mio vecchio numero di maglia anche se non era stato riassegnato”. McKennie l’ha presa come una sfida, come un’occasione per dimostrare in campo quanto valesse. “Non voglio causare problemi, ma voglio che come gioco, le mie azioni e la mia etica del lavoro dicano quanto valgo”. 

RISALITA

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La sua risalita è cominciata nella tournée in Usa, con le amichevoli contro Milan e Real, ed è proseguita in una stagione in cui ha giocato 29 volte titolare in 34 apparizioni in campionato, in una stagione complessivamente positiva. “Rendo meglio quando penso solamente a lavorare, quando sento di dover dimostrare quanto valgo – ha raccontato -. Quando sono arrivato alla Juve dallo Schalke nessuno credeva in me e pensavano che una squadra come quella fosse troppo per me. Invece tre anni e mezzo dopo ho giocato più di 100 partite in Serie A. Quando ho le spalle al muro e tutti dubitano al me rendo al meglio. È così che sono diventato il giocatore che sono”. Quello che si è imposto nonostante i dubbi e che ora pensa alla Coppa America con gli Usa dopo aver risposto “no grazie” all’Aston Villa e all’idea di un ritorno in Premier. Almeno per ora. Dopo gli impegni con la nazionale, la Juve tornerà a chiedergli cosa vuole fare del suo futuro





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