Mario, portiere di scuola veronese, nel 1977 ricevette la più brutta delle notizie: suo fratello Antonio si era spento lavorando nei campi. Lui e Gianni lo vegliarono di notte, ma la mattina dopo…
In questa storia c’è una traccia di indicibile tristezza. È come se il filo del destino che legava tre vite si fosse ad un certo punto attorcigliato, definendo nel suo groviglio un cappio fatale e maledetto. Le vite delle quali qui si dà contezza sono quelle di tre fratelli, i fratelli Giacomi. Si chiamavano Antonio, Gianni e Mario. Erano veneti, originari di Verona, più precisamente del Cèo, il quartiere del Chievo, società che all’epoca dei fatti – siamo nel marzo del 1977 – frequentava i campionati dilettanti. Dei tre fratelli Antonio era il più piccolo, aveva diciotto anni. Gianni e Mario ne avevano rispettivamente ventotto e ventisette. Morirono tutti a poche ore di distanza l’uno dall’altro, tutti in circostanze tragiche.