Maresca all’Ascoli, il racconto di Fiorin: filosofia, scacchi, droni e…

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Quando l’allenatore del Chelsea campione del mondo era l’assistente di Fulvio Fiorin all’Ascoli in Serie B: “Leggeva tanto, studiava neuroscienze, insieme facevamo video motivazionali. Purtroppo durò poco, c’erano problemi nel club”

Il segreto del Chelsea di Enzo Maresca è in una vecchia teoria del gioco degli scacchi. Si chiama “difesa siciliana”: è la risposta aggressiva che contrasta l’avversario proponendo un attacco asimmetrico. Una strategia complessa, con tante varianti e senza punti di riferimento. Il principio con cui l’allenatore dei Blues ha costruito la finale perfetta contro il Paris Saint-Germain è teorizzato in quel pensiero dell’Ottocento, rivisitato e applicato al calcio. Il tecnico di Pontecagnano ha ingabbiato la difesa della squadra di Luis Enrique con l’imprevedibilità di Cole Palmer e la precisione di Joao Pedro. L’ex centrocampista ha iniziato a studiare i movimenti di pedoni e alfieri durante gli anni al Palermo. Nella tesi presentata a Coverciano sosteneva che “un allenatore potesse trarre beneficio dalla destrezza di un giocatore di scacchi”. Tra concentrazione, fattore sorpresa e creatività: il campo inteso come una scacchiera. “Con noi però non giocava, era troppo forte. Dopo gli allenamenti si fermava a leggere libri. Ammirava la filosofia e le neuroscienze”. Il percorso che ha portato Maresca sul tetto del mondo è iniziato un pomeriggio d’estate ad Ascoli. Era il 2017, in panchina mister Fiorin: il suo vice era quel ragazzo che fino a pochi mesi prima correva con la maglia del Verona. 

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