Manuel lo stakanovista ha vissuto come nessun altro questa stagione juventina. In Serie A, soltanto Barella ha più minuti di lui, stesso discorso tra i centrocampisti convocati da Spalletti
“Manuel, o cambi o lavori”. Quando Locatelli a inizio stagione e dopo i fischi durante un’amichevole pre campionato si è guardato allo specchio si è rivolto poche parole ma che l’hanno prima tormentato e poi assolto in un’annata chiusa come si chiudono i cerchi più pesanti. Protetto e promosso da Motta dopo il lungo e contestato peregrinare della fascia da capitano, consacrato da Tudor, quel “tecnico che ci ha dato una mano con entusiasmo”. E l’epilogo forse ha superato le aspettative. Per il rigore di Venezia e per la chiamata di Spalletti che mancava da sei mesi. Si dice che quando si va al ristorante, il dessert rischia di essere la portata più importante perché l’ultima, quella che deve lasciare il definitivo buon ricordo, che deve condurre col sorriso – per quanto possibile – alla cassa. Ebbene, anche la parte più dolce della stagione opaca della Juve e di Locatelli è arrivata alla fine. E tutta condensata in undici metri, quelli che separavano lui e la sua Signora dalla Champions League.

capitano di rigore
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Il rigore del Penzo l’ha voluto calciare lui, l’ha tolto a Kolo Muani perché al francese soprattutto ha voluto togliere la responsabilità di un pallone pesantissimo e giudice di una stagione che per la Juve non poteva finire senza quarto posto. La responsabilità del capitano si è imposta senza prepotenza ma con una fermezza che tornerà utile dalla prossima stagione. “Sono fiero di aver tirato quel rigore, sembrava di calciare la palla medica: sono il capitano era giusto che lo tirassi io”. Manuel lo stakanovista ha vissuto come nessun altro questa stagione juventina.

Non fosse altro perché nessun altro giocatore di movimento della rosa ha giocato quanto lui. In Serie A, soltanto Barella – aiutato però, va detto, da un cammino europeo più lungo – ha più minuti di lui sulle gambe e sempre soltanto l’interista lo batte in quanto a partite e minuti giocati tra i 7 centrocampisti convocati da Spalletti per Norvegia-Italia e Italia-Moldova del 6 e 9 giugno.
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italia loca
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La soddisfazione a tinte azzurre era tra le caselle da spuntare sotto la voce obiettivi personali della stagione. La convocazione per i prossimi due impegni è la prima del 2025, arrivata dopo un 2024 in cui il bilancio azzurro di Locatelli è stato tutto tranne che corposo: quattro presenze in totale (di cui due amichevoli) per 166 minuti in campo. Niente Europeo e due terzi di Nations League vissuti da spettatore. Se la Juve della prossima stagione si augura di avere un blocco italiano come da tradizione, i tifosi sperano di rivedere presto anche un blocco Juve nell’Italia. Locatelli, in questo momento, sembra l’uomo giusto dal quale Madama può e deve ripartire. Con lui, Gatti e Cambiaso (ma qui le questioni mercato sono più aperte che mai), più un Di Gregorio, non convocato dall’Italia ma che lavora anche in ottica azzurra dopo essere diventato un punto fermo di questa Juve. E Tonali? Accanto al suo nome nella lista di Spalletti tra parentesi c’è ancora scritto Newcastle. Le prossime convocazioni saranno per le partite del 5 e dell’8 settembre. Post calciomercato estivo. Chissà.
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