Lippi su Gattuso ct dell’Italia: “Mi rivedo in lui, è l’uomo giusto”

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L’ex ct: “Sono felicissimo per lui. Le sue squadre non sono solo agonismo, ma giocano costruendo dal basso”

Fabio Licari

Giornalista

“Vado in panchina, mister. Loro sono senza Zidane e uno di noi deve uscire. Esco io”. Berlino, 9 luglio 2006, Italia-Francia. Siamo ai rigori, il cuore batte a mille e i francesi hanno un tiratore in meno, visto che Zizou s’è fatto cacciare. Lippi scrive su un biglietto i nomi dei prescelti: Pirlo, Materazzi “che è freddo”, De Rossi, Del Piero… “Mi serviva il quinto”, ha raccontato un giorno, “ma Gattuso se n’era già andato in panchina, dicendomi che usciva lui”. Così il ct scelse Grosso. Il resto è leggenda. 

la chiamata di lippi a gattuso

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Nell’apoteosi dopo i rigori, non è chiaro se Gattuso abbia abbracciato Lippi o lo abbia preso ancora per il collo, intimandogli di cambiare idea e restare in azzurro. Un rapporto fortissimo da sempre tra i due. Quando Ringhio è diventato ct, domenica, una delle prime telefonate è stata quella di Marcello Lippi: “L’ho chiamato subito per fargli i complimenti e dirgli due cose che restano naturalmente tra di noi, non sono per i giornali”, sorride l’ex selezionatore al telefono da Ibiza. 

lippi-gattuso, l’ultima volta insieme

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Una telefonata da ct a ct. Con tutto l’affetto possibile per l’allievo, Lippi probabilmente non avrebbe mai immaginato di vedere Gattuso sulla stessa panchina quindici anni dopo. L’ultima di Lippi e Gattuso in Nazionale è stata Slovacchia-Italia, il 24 giugno 2010, al Mondiale in Sudafrica. Ora Gattuso ritorna. “Sono felicissimo per lui. Davvero non immagina quanto. Una bella soddisfazione anche per me. Non ci sono parole per Rino: è una persona vera, un tecnico bravissimo. Tutto quello che si dice di lui è vero: serio, preparato, grintoso. Un leader. Farà benissimo in azzurro”. Gattuso da tempo ha preso la bicicletta per pedalare da solo ma, in caso di necessità, uno squillo a Lippi lo farà senza remore. “Io gli sono molto vicino”, aggiunge l’ex ct. “Gli faccio un enorme in bocca al lupo, non c’è niente come allenare l’Italia, la mia gioia più grande”. 

cosa fanno oi giocatori del mondiale 2006

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Si fa presto a dire chi non ha fatto l’allenatore del gruppo del 2006: Totti, Perrotta, Buffon, Zaccardo, Iaquinta, Peruzzi. Ci sarebbe anche Del Piero che però, un mese fa, ha preso la licenza Uefa Pro, quindi è più che sfiorato dall’idea di sedersi in panchina. Gli altri sono diventati tutti tecnici. Qualcuno non ha mai esercitato: Toni. Qualcuno ha smesso da un po’, vedi Zambrotta e Materazzi. Per gli altri è un lavoro a tempo pieno: Grosso appena promosso in A con il Sassuolo, Inzaghi con il Pisa (e ora ci ritenta a Palermo), Gilardino che dovrebbe andare lui a Pisa, De Rossi destinazione Parma, Cannavaro corteggiato dal Cska Mosca, Barzagli nello staff di un’Under (pare la 21), Oddo al Milan Futuro, Amelia al Sondrio, Nesta, Pirlo e Camoranesi in cerca di squadra, Barone vice di Nicola. 

lippi su gattuso: “mi somiglia”

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In tutti gli eredi ci sono tracce più o meno evidenti del Dna del maestro. Ma un giorno Lippi ha confessato di rivedersi in Gattuso. Pensiero confermato ora che l’allievo è un collega ct: “In lui ho trovato punti in comune per il carattere, per i rapporti con i giocatori. Ha un modo di gestire la squadra che somiglia al mio. Le sue squadre non sono solo agonismo, ma giocano, costruiscono dal basso. Farà di tutto per andare al Mondiale”. 

gattuso, lippi e l’aneddoto al mondiale 2006

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Gattuso era uno degli insostituibili di Lippi. Una delle chiavi del Mondiale 2006 è stata il doppio centrale: Pirlo in regia a inventare calcio, Gattuso al suo fianco per coprire tutto, marcare tutti, correre per tre. Senza Ringhio non sarebbe stato lo stesso. Ma abbiamo rischiato di perderlo prima di andare in Germania. Alla vigilia della partenza per Duisburg il professor Castellacci, medico azzurro, fa il solito giro delle camere e quando entra in quella di Gattuso capisce subito che qualcosa non va. “Rino è sul letto che si copre di fretta la gamba, un po’ imbarazzato”, ricorda il professore. Sfugge alle domande. Castellacci gli chiede di guardare e vede un bel segno sulla gamba: colpa di una ginocchiata in allenamento, lesione grave del vasto intermedio. Nessuno si riprende in tempo da una botta così. Gattuso deve tornare a casa. Lippi però non si arrende e chiede se possa recuperare. Castellacci risponde: “Un altro, ti direi no, Marcello, ci vogliono due mesi. Con Rino forse possiamo”. Gattuso minaccia di aggrapparsi al pullman in caso di taglio, Lippi decide di tentare l’impossibile e la stampa non viene informata, per evitare polemiche. Gattuso salterà soltanto il debutto con il Ghana. Poi giocherà come se niente fosse. 

gattuso e l’abbraccio con lippi

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Per “ringraziarlo”, Gattuso prenderà letteralmente per il collo Lippi dopo la confessione al gruppo: “Ragazzi, finito il Mondiale me ne vado”. Ringhio gli ringhia, appunto: “Devi restare!”. Un “abbraccio” che Gattuso dovrebbe dedicare presto a quegli azzurri indecisi sul da farsi o preda di improvvisi malesseri da convocazione. Lippi è arrivato in Nazionale a 56 anni nel 2004, aveva già vinto tutto con la Juve. Gattuso ne ha 47, ha già allenato club come Napoli, Milan, Marsiglia e Valencia. Non ha in squadra Cannavaro, De Rossi, Pirlo e… Gattuso, ma sa di poter contare su Lippi.



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