L’esordio in B a 17 anni, l’addio al Milan, ora la Serie B col Pescara: riecco Plizzari

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A 25 anni il portiere ex pupillo di Berlusconi è stato protagonista nei playoff con la Ternana con un pugno di miracoli, un infortunio al polpaccio e tre rigori parati su una gamba sola

Andrea Barilaro

Tutto in 120 minuti. Un pugno di miracoli, un infortunio al polpaccio, tre rigori parati su una gamba sola. E poi le lacrime. “Aspettavo questa notte da tanto tempo”, ha detto dopo aver riportato il Pescara in Serie B. Alessandro Plizzari la sua serata da eroe l’ha vissuta in finale playoff di Serie C contro la Ternana: forse un po’ più tardi del previsto, probabilmente in un palcoscenico diverso da quello che sembrava avere nelle corde, ma a 25 anni perché non provare a tornare il predestinato di un tempo? Il portiere pupillo di Silvio Berlusconi, il nuovo Gigio Donnarumma arrivato al Milan prima ancora di sapere le tabelline, il primo 2000 a essere convocato in Serie A? 

PARLA DE VECCHI

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Troppo tardi? “Macché. Plizzari è un ragazzo di talento, ha ancora tempo per arrivare in Serie A e togliersi grosse soddisfazioni. Di questi tempi ai portieri si chiede di saper giocare bene con i piedi, ma credo che la cosa più importante sia la tecnica della parata. Ecco, sotto questo aspetto di giocatori bravi come lui non ce ne sono tanti in giro”. Lo giura Walter De Vecchi, ex Milan prima come giocatore, poi come allenatore e infine come responsabile del vivaio. Uno dei tanti che ha visto crescere il portierone di Crema: “Ha vissuto l’epoca di Gigio Donnarumma, questa cosa non l’ha aiutato e, a posteriori, credo che una gestione un po’ diversa lo avrebbe valorizzato maggiormente. Ha bruciato qualche tappa ma contro la Ternana il talento è venuto fuori, sono contento per lui”. E guai a definirla sorpresa: “Parliamo di un ragazzo che gira l’Italia da tempo, a soli 17 anni ha esordito in Serie B: non è uno qualunque…”. Diciassette anni di Milan, un paio di prestiti qua e là, il breve ritorno a Milanello (2018-2019) e infine l’addio definito nel 2022. Non senza rimpianti perché una vera chance in prima squadra non ce l’ha mai avuta. 

IL PARARIGORI

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 – Come detto, a Plizzari il talento non è mai mancato. Se Silvio Berlusconi lo definì “forte quanto Donnarumma”, tra i compagni di spogliatoio è sempre stato il Mago dei rigori. “Sabato ho seguito la partita contro la Ternana, quando ho visto che si sarebbe deciso tutto dal dischetto mi sono detto: ‘Basta, è finita, con Plizza in porta vincono facile’. È sempre stato il suo forte, già dai tempi delle giovanili del Milan era una certezza”. Chi parla è Alessandro Sala, oggi alla Pro Sesto in Serie D, più piccolo di un anno e compagno di spogliatoio in Primavera. Erano gli anni d’oro di Plizza: al sabato strappava applausi al Vismara, la domenica andava in panchina in Serie A. La prima volta l’11 settembre 2016, Milan-Udinese 0-1: primo ragazzo nato nel nuovo Millennio convocato tra i grandi, meglio persino di un altro predestinato quale Moise Kean. Tre mesi dopo, pur senza giocare, vince anche la Supercoppa Italiana, convocato da Vincenzo Montella per la finalissima di Doha contro la Juventus. A distanza di qualche settimana attira pure l’attenzione dalla Premier League, con il Manchester City che avrebbe messo sul banco due milioni di euro per averlo in Inghilterra. Finì con una fumata nera: nulla di fatto, decisivo il “no” secco della dirigenza rossonera. Perché Plizza, allora diamante grezzo, aveva tutte le carte in regola per diventarne uno cristallino. 

IL NUOVO DONNARUMMA

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Ma tra record stracciati, titoli di giornale e investiture (forse scomode?), c’era un asterisco e cioè Gigio Donnarumma: stesso ruolo, più piccolo di un anno e predestinato – lui sì – al punto di riuscire a esordire in Serie A giovanissimo, 16 anni e 8 mesi. A posteriori, quella di Gigio era una presenza ingombrante perché il paragone, un po’ per il talento e un po’ per la strepitosa capacità di bruciare le tappe, era all’ordine del giorno. Per molti, ma forse non per Plizza che dirà: “Lui è troppo forte – riferito a Gigio -, abbiamo un anno di differenza ma un anno fa era più forte di quanto sono io oggi”. Ne parlerà anche Filippo Galli, all’epoca a capo del vivaio milanista: “Plizzari è un talento che speriamo possa seguire le orme di chi lo ha preceduto, anche se Donnarumma forse è irripetibile”. Troppo tardi: la storiella del nuovo Gigio aveva già fatto il giro d’Italia. Legittima, sia chiaro: perché passare dall’Under 16 alla Primavera dall’estate all’inverno non è da tutti, così come non è normale dominare e fare la differenza contro ragazzi più grandi di due, se non addirittura tre anni. L’esordio in Primavera il 7 novembre 2015, Milan-Perugia 3-2, allenatore Cristian Brocchi e in tribuna al Vismara Sinisa Mihajlovic, che un mese prima aveva fatto esordire Donnarumma contro il Sassuolo. Plizza finirà l’anno con 13 presenze, alcune più che positive (vedi Mila-Cagliari 3-2, doppietta di Patrick Cutrone) e altre… da predestinato vero. Chiedere all’Atalanta di Alessandro Bastoni, caduta il 6 febbraio 2016 sotto i colpi di un Milan feroce davanti e granitico dietro, guidato da un Plizza versione man of the match. 

L’ULTIMO ANNO

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 La stagione 2016-2017 sembra quella della svolta. A settembre esordisce in prima squadra in amichevole contro il Bournemouth, così la Gazzetta: “Il Milan ha fatto giocare anche PLizzari, portiere del 2000, decisivo quando ha deviato sulla traversa un tiro di Mousset”. Intanto bazzicava ancora in Primavera, trascinava l’Italia U20 al terzo posto ai Mondiali e mentre Gigio comunicava al Milan che non avrebbe rinnovato, il suo nome diventava sempre più d’attualità per il futuro della porta rossonera. Fu Silvio Berlusconi a rincarare ulteriormente la dose: “Dietro Donnarumma c’è un altro portiere che mi dicono sia altrettanto bravo, di un anno più giovane”. Dichiarazioni invecchiate male: una vera opportunità in prima squadra non l’avrebbe mai avuta. E via al 2025, potenzialmente l’anno della svolta, questo sì. La finale playoff contro la Ternana la ciliegina sulla torta, le 45 presenze con il Pescara – il cartellino è del Venezia, che l’ha comprato un anno fa lasciando però in prestito in Abruzzo – il bigliettino da visita: perché a 25 anni, come dice Walter De Vecchi, non è mica troppo tardi. Anzi.



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