Un paio di buone chiusure, qualche anticipo e alcuni cambi di gioco: il 18enne guida la difesa nei primi 45′ nel test contro l’Under 20
A Parma c’è una colonna di due metri che niente e nessuno riesce a scalfire. Gli mettono di fronte una punta veloce e lui se la “mangia”; gli fanno marcare avversari di dieci anni più vecchi e lui li ridimensiona. Serenità e coraggio al potere. Giovanni Leoni s’è presentato alla prima amichevole stagionale del Parma di Carlos Cuesta – vinta 3-2 contro l’Under 20 – con la calma zen del diciottenne fresco di maturità. Il viaggio con gli amici se l’è già fatto, ora se ne andrà a Neustift, in Austria, in ritiro, in attesa di conoscere cosa ne sarà del domani. Il suo nome è sui taccuini di mezza Europa. L’Inter l’ha individuato come centrale del futuro, ma il braccio di fermo col Parma continuerà per un po’. Trenta milioni non bastano.
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La parola chiave che apre il suo mondo è “maturità”. Mateo Pellegrino, punta argentina che l’anno scorso ha graffiato la Juve, l’ha ribadito in sala stampa col tono di voce sicuro di chi osserva Giovanni tutti i giorni da più di un anno: “Ciò che mi ha colpito è la sua maturità – ha detto -, basta guardare come si allena e come gioca. E poi quanti anni ha”. Diciannove a fine dicembre. Alla prima amichevole è stato schierato subito dall’inizio. Ne seguiranno altre tre: Werder Brema, Maiorca e Heidenheim. Oggi Cuesta ha alternato un paio di moduli: 4-2-3-1 nel primo tempo e 3-4-2-1 nel secondo. Il Parma ha chiuso il primo test di fronte a un migliaio di tifosi, arrivati al Tardini alle 9.30 di mattina: il primo gol stagionale l’ha siglato Begic, poi Djuric e Ondrejka. Per l’Under 20 di Corrent a segno Sits e Vranici, protagonista di un gran destro a giro nel finale.
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Leoni ha guidato la difesa nei primi 45’ con maturità, poi è stato sostituito. Spezzone da 6,5 il suo: sicuro, mai in difficoltà, mai superficiale, mai turbato. Per lui un paio di buone chiusure, qualche anticipo e alcuni cambi di gioco. In due parole: ordinaria amministrazione. Di fronte a lui c’erano svariati 2006, il suo anno di nascita, alcuni 2007 e un 2004, il centravanti Sits. La differenza di gestione s’è vista. Chi lo osserva da vicino tutti i giorni da un anno lo descrive come un ragazzo tranquillo, pacato, uno che vive più il centro sportivo di Collecchio rispetto alla città, per nulla turbato dalle voci di mercato che aleggiano intorno a lui. Leoni è sulla lista di dozzine di club, tra cui Milan, Liverpool e soprattutto Inter, che vorrebbe investire una trentina di milioni per portarlo ad Appiano. Non bastano: il Parma ne vuole almeno 40. Anche se i piani alti nerazzurri sono pronti a giocare il jolly dai capelli ricci, Sebastiano Esposito. Se n’è parlato e se ne parlerà ancora. Leoni, intanto, si allena in silenzio senza pensare a ciò che sarà del suo futuro. Per ora è a tinte gialloblù: ha un contratto fino al 2029 e il Parma proverà a tenerselo stretto. L’Inter, oltre a Esposito, ha anche la carta Chivu: l’allenatore nerazzurro ha valorizzato il centrale nelle sue 13 partite al Tardini. Arpionare un difensore è stata una sua richiesta precisa. Il primo nome sulla lista di Ausilio e Marotta resta lui. A 19 anni potrebbe ritrovarsi a San Siro a giocare la Champions. Non sarà un problema: giorni fa, dopo aver sostenuto la maturità, ha ribadito studiare Pirandello è più difficile che marcare le punte. “Colpa della mia dislessia, coi i libri ho sempre fatto fatica”. San Siro potrebbe fargli meno paura.