Lazio-Napoli, il doppio ex Stendardo su scudetto e Champions

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Lazio-Napoli presentata in ESCLUSIVA dal doppio ex Guglielmo Stendardo: cresciuto nelle giovani partenopee, ma 6 anni in biancoceleste

Vincenzo Bellino
Vincenzo Bellino Redattore 

Lazio-Napoliè la partita del cuore per Guglielmo Stendardo, nato e cresciuto nel capoluogo partenopeo che gli ha dato la possibilità di esordire tra i professionisti. Con la Roma biancoceleste ha vissuto l’esperienza più importante della sua carriera, si è affermato nel calcio dei grandi, ha vinto una Supercoppa Italiana nel 2009 ed ha instaurato un legame indissolubile con la città in cui si è laureato, vive tutt’ora ed esercita la professione di avvocato, oltre ad essere docente di diritto sportivo alla LUISS. Attualmente è primo in classifica con il suo Valmontone nel Girone A di Eccellenza (Lazio): “Allenare è una delle cose più belle che amo fare. Il mio obiettivo è ritornare nei professionisti, ma a Valmontone ci sono tutte le basi per un progetto a medio- lungo termine”.

Napoletano doc, nato e cresciuto ai piedi del Vesuvio: che cos’è Napoli per Te e che cos’è stata da calciatore?

“Io sono orgoglioso di essere italiano ma soprattutto orgogliosissimo di essere nato a Napoli che è una città unica al mondo.

Napoli mi ha donato tantissime cose: le sue tradizioni, la musica, il teatro, la storia e le sue bellezze naturali, rappresentano un patrimonio per l’ umanità. E da calciatore aver esordito a soli 17 anni con la maglia del Napoli, è stato davvero qualcosa di indelebile che mi porterò per sempre nel mio cuore”.

Da Napoli a Roma, la Lazio è stata l’esperienza più importante della tua carriera.

“Roma è stata ed è tuttora il luogo magico, la città eterna in cui vivo da diversi anni. Sono arrivato a 23 anni ed ho avuto la fortuna di giocare nella prima squadra della capitale: la Lazio. Mi sono laureato, esercito da diversi anni la mia professione di avvocato ed ho un legame indissolubile con la città”.

Se dovessi scegliere, quali sono stati i momenti più belli vissuti con la maglia della Lazio?

“Sicuramente la partecipazione in Champions nel 2008 è stato l’ apice della carriera per me e per tanti miei ex colleghi. Giocare contro il Real Madrid all’ Olimpico dinanzi a 70.000 persone è qualcosa che rimarrà per sempre scolpita nella mia mente”.

Ne hai giocati diverse, c’è una sfida tra Napoli e Lazio che ricordi particolarmente?

È sempre stata una partita molto particolare per me, così come tutte le partite in cui ho giocato contro il Napoli, la squadra della mia città che amo tantissimo. Si è professionisti ed è naturale giocare sempre al massimo contro chiunque, ma non era affatto semplice. Sono state sempre partite equilibrate ed estremamente spettacolari. Sia nel Napoli che nella Lazio c’erano calciatori fortissimi ed erano sempre partite molto equilibrate”.

La Lazio ha battuto in Coppa Italia e in campionato il Napoli: che partita ti aspetti all’Olimpico?

“Sarà una partita diversa dalle ultime due, il Napoli non può più sbagliare se vuole veramente puntare allo scudetto mentre la Lazio ha bisogno di confermarsi anche contro le sue dirette concorrenti per un posto in Champions. Gli episodi, come sempre, in queste partite, faranno la differenza”.

Questa Lazio, mister Baroni ti hanno sorpreso? Ha le carte in regola per arrivare in Champions League?

Baroni ha dimostrato di essere un allenatore bravo, equilibrato e con delle idee importanti. Ha tutte le carte in regola per arrivare in Champions ma deve guardarsi alle spalle perché Juventus e Milan non molleranno fino alla fine”.

Con l’infortunio di Neres e l’addio di Kvaratskhelia quanto perde il Napoli in questo periodo?

Il Napoli ha perso tanto con le uscite di Kvara ed anche di Osimhen. Calciatori fortissimi difficilmente sostituibili, ma Conte sta facendo un ottimo lavoro. Ha motivato un gruppo che oggi si dimostra coeso, equilibrato e con delle idee ben chiare. L’infortunio di Neres peserà tantissimo, bisogna capire Okafor come reagirà alle sollecitazioni del suo nuovo allenatore”.

L’effetto Conte basterà nell’economia del campionato per provare a battere l’Inter?

Non basta soltanto l’effetto Conte, grande allenatore e super motivatore, occorrono tantissimi elementi per vincere: la serietà della società, la serietà del presidente, la qualità dei giocatori e le idee dell’ allenatore. Il Napoli è una società modello, tiene i conti in ordine ed ottiene da diversi anni risultati straordinari, così come la Lazio che ha da tantissimi anni risanato i conti ed è tra quelle pochissime società in Italia con il bilancio in attivo”.

Hai giocato anche con l’Atalanta. Può rientrare nella corsa scudetto o sarà una lotta a due?

“Cultura del lavoro, serietà e competenza fanno dell’Atalanta un modello vincente, in Italia ed in Europa. Non credo che quest’anno possa ambire già allo scudetto. Inter e Napoli dovrebbero frenare e su questo ho tanti dubbi”.

Come sta andando la tua esperienza alla guida del Valmontone, quali sono gli allenatori che ti hanno ispirato di più nella tua carriera da calciatore?

“Sono molto felice di questa opportunità che mi ha dato il Presidente. Allenare è una delle cose più belle che amo fare. Il mio obiettivo è ritornare nei professionisti, ma a Valmontone ci sono tutte le basi per un progetto a medio- lungo termine. Dipenderà da tanti fattori e soprattutto dai risultati. Tutti gli allenatori mi hanno insegnato qualcosa, ma Sarri, Gasperini, De Zerbi e Spalletti rappresentano il massimo”.

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