Lautaro tra Argentina e Inter: via alla doppia missione

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Il capitano nerazzurro non rifiaterà in questa sosta. Anzi, farà gli straordinari e non si rivedrà a Milano prima di giovedì 16 ottobre. E tra i due impegni di campionato c’è la Champions

Filippo Conticello

Giornalista

Anche in questi tempi felici tinti di nerazzurro, fatti di giovani rampanti e big ritrovati, l’Inter non cambia la prospettiva del suo attacco: aspetta che Lautaro torni dall’altro angolo del mondo con la stessa ansia degli anni passati, anche se adesso non ci sono più Arnautovic e Taremi a fare da spaventapasseri. Se un tempo l’austriaco e l’iraniano ciondolavano per il campo, quando erano costretti a fare rifiatare i titolari stanchi, ora irrompono Pio e Bonny con la forza del talento e dei vent’anni. Nonostante la svolta giovanilista di Chivu e nonostante l’efficienza dell’azzurro e del francesino, sconosciute ai predecessori, la squadra non può prescindere in nessuna forma dal capitano. Lautaro era, è e sarà il sole nerazzurro. 

La vena al rientro

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Pazienza se fino a giovedì 16, data prevista per il rientro vero a pieno regime, l’allenatore non potrà spremere Martinez ad Appiano come avrebbe voluto: le nazionali sono comunque sacre a Chivu, che da giocatore partiva sempre col sorriso in direzione Romania. In ogni caso, al Toro basteranno e avanzeranno gli spiccioli prima della ripresa del campionato: un paio di allenamenti per ritrovare l’habitat naturale, il centro dell’attacco. Non spaventeranno certo i soliti viaggi intercontinentali e il jet lag da gestire: il Toro negli anni si è abituato a fare su e giù America-Europa senza colpo ferire, togliendosi pure qualche sfizio al ritorno. Un Lautaro cotto e mangiato, rientrato di gran fretta e spedito subito in campo, non è certo una novità in questi luoghi: il caso vuole che l’anno scorso il Toro abbia timbrato il gol della vittoria nella prima gara dopo il rientro, proprio a Roma. E, toh, anche stavolta i nerazzurri devono subito fare una gita nella Capitale: è una di quelle coincidenze che piacciono ai tifosi. Nel precedente 2023-24, l’indimenticata stagione stellata, lo score era ancora positivo: due assist nel derby vinto 5-1 a metà settembre dopo la prima sosta, un gol al Torino alla Juve dopo la seconda. 

La rivincita

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Anche se mancano ancora 11 giorni alla gara dell’Olimpico e troppe varianti sono in ballo, la considerazione sulla necessità somma di Lautaro è comune a tutti in casa Inter, staff tecnico e dirigenti. Una realtà attorno a cui costruire il resto. Il principio vale ancora di più visto il bicipite femorale dispettoso di Thuram, che verrà gestito con la massima prudenza, senza forzature né rischi: se non sarà subito ThuLa per colpa dei guai del francese, almeno una metà della coppia dovrà provare a trascinare in solitudine. Accanto ad Esposito Junior o a Bonny, il compito per l’argentino si allarga un po’: sarà trascinatore del compagno giovane di turno e non solo accentratore in zona gol. Il tutto, partendo dalla trasferta in casa della capolista Roma del 18 ottobre, e poi andando oltre: il martedì successivo la truppa a Bruxelles tenterà di proseguire nella buona onda Champions contro l’interessante Union Saint-Gilloise, poi sabato 25 sfida totale contro il Napoli contiano. La partita del Maradona è considerata quella più difficile e ricca di significati: non c’era Chivu in panchina, ma in tanti alla Pinetina non hanno scordato il finale dell’anno passato, quando le gambe da stambecco di Billing iniziarono a far ruzzolare i nerazzurri. 

I due mondi

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La logica vuole che in questo immediato trio di gare possa sempre essere piantata la bandiera di Lautaro, che intanto si concentra sulla propria nazionale campione di tutto: in Argentina il posto in attacco è tutt’altro che sicuro in vista del Mondiale da difendere a fine stagione, un po’ perché Messi spara gli ultimi fuochi e un po’ perché Julian Alvarez sembra aver guadagnato posizioni. Stavolta arrivano due amichevoli soft, che possono aiutare Martinez a continuare la solita vena: un mese fa segnava nella penultima gara di qualificazione mondiale al Venezuela, la squadra che adesso incrocerà subito, ma in amichevole. È la prima partita nella notte tra venerdì e sabato alle due italiane. Poi, nella notte tra lunedì e martedì, altro test contro Portorico. In entrambi i casi, si gioca negli Stati Uniti, prima a Miami, nel regno di Leo, poi a Chicago. Tornando a Milano, anche per gli orari di atterraggio e un po’ di sano riposo, gli sarà risparmiata la seduta di mercoledì, anche perché Chivu predilige gli allenamenti mattutini. Dal giovedì seguente, però, tutto torna a girare alla stessa maniera, rigorosamente attorno al Toro.



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