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‘L’Arte della Gioia’ secondo Valeria Golino: presentata la serie a Cannes 77

May 25, 2024 | by allcalcio.it

‘L’Arte della Gioia’ secondo Valeria Golino: presentata la serie a


La ‘nostra’ Valeria, amatissima in Francia, arriva sul palco della sala Buñuel, nel Palais di Cannes – dove è programmato il suo Rendez-Vous con critici e pubblico – vestita in modo informale, con jeans, camicia bianca e una semplice giacca blu tinta unita: traspare subito la sua naturale cordialità, attraverso il sorriso, gli occhi brillanti ed una gestualità tutta italiana, nonostante parte delle sue origini siano greche, comunque mediterranee.

Thierry Frémaux, delegato generale del Festival, la presenta con grande calore, citandola fra le tante attrici che in questa e nelle passate edizioni, sono passate dall’altra parte della cinepresa, diventando ottime registe (tra gli esordi del 2024 va sicuramente ricordata Lætitia Dosch, presente quest’anno con l’imperdibile Il processo del cane, nella sezione Un Certain Regard), andando ad aggiungersi e ad arricchire il panorama delle voci della cinematografia femminile del Festival.

Proprio Valeria Golino, ricorda Frémaux, è stata selezionata a Cannes, in Un Certain Regard, con entrambi i suoi film da regista, Miele (2013) ed Euforia (2018), e torna quest’anno alla Croisette per un appuntamento speciale: infatti ha appena adattato a serie TV  L’arte della gioia, prodotta da Sky Studios e HT Film, il celebre romanzo della scrittrice siciliana Goliarda Sapienza, che ha come interpreti, fra gli altri, Jasmine Trinca, Tecla Insolia e Valeria Bruni-Tedeschi.

Il romanzo racconta la storia di Modesta, una ragazza, poi donna, vitale e scomoda, priva di morale secondo la cultura dell’epoca, conservatrice e patriarcale. Ancora piccola viene inviata in un convento e poi in una casa di nobili dove, grazie al suo talento e alla sua intelligenza, riesce a convertirsi in aristocratica attraverso un matrimonio di convenienza, continuando per tutta la sua vita a sedurre gli altri, donne e uomini, a ricercare il piacere, a sovvertire le regole costituite.

L’Arte della Gioia: un personaggio femminile libero e disobbediente

Prima di entrare nel vivo del Rendez-Vous, viene presentata in anteprima mondiale la prima puntata della serie TV The Art of Joy, realizzata in occasione del centenario della morte della scrittrice, che uscirà a breve in Italia, prima al cinema in due parti (30 maggio e 13 giugno) e poi su Sky.

La puntata viene accolta da un lungo applauso e ne viene apprezzata la ricostruzione storica e la scelta delle protagoniste.  Presenti in sala, Jasmine Trinca, nel ruolo della madre superiore, e la giovanissima Tecla Insolia in quello di Goliarda.

‘Bisogna stare attenti a Valeria perché, con il suo modo attrattivo, può essere un po’ manipolatrice’ – aggiunge scherzando Frémaux – ‘Forse perché l’Arte della Gioia a volte bisogna un po’ manipolarla per aiutarla ad emergere’, risponde Valeria.

La prima domanda che viene rivolta dall’intervistatrice a Valeria, riguarda il ‘quanto e perché fosse importante per lei adattare proprio questo romanzo e fare questa serie’.

Avevo almeno una ventina di ragioni per adattare questo libro – risponde la regista – forse la principale è che nel romanzo c’è un personaggio femminile, Modesta, diverso da tutti quelli della letteratura non solo italiana ma direi mondiale, così disobbediente, così fuori dalle regole, così rara da trovare, perché le sue caratteristiche sono in genere tipiche degli uomini, dei protagonisti maschili e non di quelli femminili”.

Quanto alla regia, le viene chiesto se l’essere cineaste, invece che attrici, offre una visione diversa del fare cinema.

Si, cambia tutto, c’è una visione d’insieme, c’è qualcosa di molto diverso ed enormemente eccitante. Ho capito, per me che ho anche scritto e co-sceneggiato la serie insieme agli altri amici sceneggiatori, che è molto diverso anche realizzare una serie per la televisione rispetto a scrivere per il cinema”.

“Ho cercato di realizzare un matrimonio erotico, intimo, corporeo  fra televisione e cinema – prosegue Valeria – a me piace il cinema perché è l’antiplot, è raccontare e approfondire quello che non è plot, l’inutile della storia, ciò che appare inutile. Alla televisione bisogna raccontare i fatti: il cinema è stata per me un’enorme scuola, il mio montatore Giorgio Franchini, mi ha aiutato poi a mettere insieme le diverse parti… si è voluto tempo nelal scrittura e riscrittura di Goliarda, perché il film ti domanda cose che ti sembrano importanti mentre le fai…è come un animale vivo, è una grande scuola da cui si impara molto”.

Viene poi chiesto a Valeria se anche quello di Goliarda Sapienza, come scrittrice sia uno stile molto particolare.

“Si perché anche Goliarda, nella scrittura, è come la sua protagonista, è disobbediente, disordinata, una contraddizione continua, una musica graziosa o arrabbiata, è un partire e poi tornare per racconti diversi. Goliarda fa come vuole, ha una libertà incredibile nella scrittura…Lei era un essere umano che priva di sensi di colpa, era libera da questa idea, questo l’ha aiutata. Di certo ha avuto un grande dolore, quello di non aver mai visto pubblicati in vita i suoi libri, che invece lo sono stati dopo la pubblicazione e le vendite prima in Germania, poi in Francia e solo alla fine in Italia.

Questo libro, L’Arte della Gioia, è la prima parte di 4 libri: lei, Goliarda, è i mille personaggi che descrive, è uno e mille altri caratteri insieme, aveva molto tempo a disposizione per scrivere. Il libro testimonia un soggetto ancora molto molto moderno: infatti testimonia e lascia emergere l’erotismo femminile con forza, come uno dei personaggi scabrosi, si parla della famiglia tossica, della sensualità. Il suo libro è filtrato dalle nostre storie, ma lei ha cambiato noi, lei era più avanti di me…”

Valeria ricorda le descrizioni molto vivide del libro alle quali ha cercato di ispirarsi: l’Etna la montagna, la luce, il convento, la sua povera casa, la casa ricca dove è andata dopo. L’aiuto del fotografo Fabio Cianchetti, anche fotografo di Bertolucci, è stato fondamentale,

Quanto alla scelta delle sue attrici Valeria ha affermato: “Jasmine Trinca è la mia attrice preferita e la utilizzo in tutti i miei film, mentre Tecla è all’inizio di qualcosa, è come un regalo che Dio mi ha fatto“.

Valeria Golino regista: amo i personaggi con dubbi etici

Valeria racconta perché ha iniziato a fare film tardi come regista.

Io ho cominciato a fare l’attrice molto presto, avevo 17 anni e ho avuto la possibilità di fare tanto cinema come attrice ma poi mi è venuta la voglia di pensare alla forma del cinema, alle luci, al punto di vista. Ho fatto il mio primo film a 45 anni…mi sono chiesta perché…intimamente avevo paura, io come donna…ma poi ho preso coraggio, volevo farlo prima, avevo una specie di pudore. I miei personaggi hanno sempre dei dubbi, delle scelte etiche che mi interessano, quando trovo soggetti così che non danno soluzioni, certezze, ma parlano di questioni, di temi interessanti in tema di etica, morale. In Italia sicuramente la moralità, il cattolicesimo possono influenzare più che altrove”

Sulla sua libertà come regista Valeria risponde: “Fa piacere che altri dicano di noi che abbiamo grande libertà, spesso è la percezione degli altri che ci fa da specchio, quando le persone dicono ‘è un bel film!’ allora fa piacere, si compie un lavoro. Spero di non farlo solo per gli altri. Dopo 40 anni di lavoro hai talmente tanta esperienza e ti fai un tuo punto di vista, anche sulla mediocrità degli altri. Fare ‘Miele’ mi ha cambiato la vita, ha cambiato il mio immaginario, mi piace essere responsabile di tutto e stare attenta a tutti”.

Sui registi/e che l’hanno influenzata, come regista e regista donna, risponde:

“A proposito di realizzatrici donne, non mi piace farne solo una questione di genere, però è vero e bisogna dire che ci sono registe talmente potenti negli ultimi anni , ad esempio in Francia, e fa molto molto piacere che le cose stiano cambiando. Continuerei a rubare un po’ da tutti, non è illegale rubare l’arte e ogni cosa è filtrata dalla personalità differente di ciascuno, ci sono storie che si raccontano e cambiano ogni volta…per esempio il fatto che Modesta fosse incatenata non era nel romanzo, ma l’ho sentita da un parente in Grecia a Patrasso: lui raccontava che un bambino era talmente pestifero che lo legavano al muro, lui me lo raccontava ridendo. Le storie si legano e mescolano insieme e vanno a fare parte di una storia unica.

Per i progetti futuri: “Ora sono completamente dentro a questa storia e non penso a niente altro ma il 17 giugno farò un film da attrice con Mario Martone, indovinate su cosa? Su Goliarda Sapienza ed io sarò la protagonista”.





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