Il tecnico azzurro dopo la vittoria di Lecce sente puzza di bruciato, ce l’ha con tutti e ricorda i tanti infortuni che hanno bersagliato la squadra
C’è uno spettro che si aggira per la serie A, è quello di Antonio Conte che non ci sta a passare per cieco o sordo. Tutte le grandi potenze si sarebbero coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro ma lui espone apertamente in faccia a tutto il mondo il suo modo di vedere, i suoi modi che, fino a prova contraria, sono vincenti ma chiede rispetto e alza la voce. Dopo la vittoria di Lecce le parole del tecnico azzurro sono un “manifesto” dei pericoli che annusa. Dopo aver lanciato già in precedenza l’allarme stavolta Conte espone punto per punto i suoi dubbi.
Nessuno parla degli infortunati del Napoli
“Attenti a chi vende fumo – aveva avvertito qualche giorno fa – Napoli e i napoletani non possono essere presi per i fondelli”. Ce l’aveva con rivali, opinionisti e parte della stampa che non ha mai smesso di considerare gli azzurri favoriti indiscussi. E se nessuno fa notare i problemi che sta affrontando il Napoli, privo della colonna vertebrale della squadra dello scudetto (da Rrahmani a Lobotka passando per Meret e Lukaku con l’aggiunta di De Bruyne) ecco che ci pensa lui a rinfrescare la memoria di tutti: “Non dimentichiamo questo inizio di stagione in cui stiamo facendo di necessità virtù. Giocatori importanti che si stanno infornando e nessuno ne parla, giocatori di cui si era parlato tutta l’estate. Abbiamo perso Lukaku e De Bruyne e qualcuno dice che forse ne abbiamo giovato e stiamo all’assurdo”.
Il paradosso De Bruyne
I sassolini da togliersi dalle scarpe sono tanti. Conte non dimentica niente, anche critiche vecchie di mesi: “Quello che ci sta accadendo, anche l’infortunio di Meret, qualcuno a inizio stagione si chiedeva perché il Napoli sta prendendo un portiere di valore. Bisogna mettere i punti sulle “I” perché si parla tanto e poi alla fine bisogna stare zitti perché le situazioni danno ragione a chi li vede un po’ più lungo di chi sta solo a sparare sentenze a destra e a sinistra dalla parte del vento a favore. Difficilmente ricordo in carriera una situazione così, sui portieri prima si rompe la mano Contini, poi Meret si rompe il metatarso saltando. Ricordo le cose dette, se era giusto prendere un portiere di livello, chi parla poi scappa tanto alla fine mica i problemi sono loro. Abbiamo fatto benissimo a prendere un portiere di livello, che Dio ce lo protegga, in questo momento c’è solo lui”.
Non solo rivendica le sue scelte, Conte, ma sottolinea come (cosa successa anche l’anno scorso) stia facendo miracoli con la rosa a disposizione e che non può passare tutto per scontato o normale: “Dispiace per l’infortunio di Kevin, ricordo quanti titoloni sull’acquisto di De Bruyne che staccava le dirette concorrenti, adesso qualcuno osa dire che può essere un vantaggio, fantastico, su questo mi arrendo. Lukaku è sparito dai radar…Su De Bruyne adesso sento che può essere un vantaggio per noi, chi lo ha detto è da Oscar. Dobbiamo continuare su questa strada, ma non dobbiamo dimenticare quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo. Se no diventa tutto a ‘aggratis’. Non gratis, AGGRATIS, che è più forte”.
Lo scontro con Anguissa
E’ primo ma non sorride. Non sorride quasi mai Conte. L’ultima volta che lo si è visto felice è stato sul pullman della squadra nella sfilata scudetto sul lungomare. Perché per lui conta solo vincere ma vincere davvero, non i traguardi di tappa. E così in campo a Lecce se l’è presa anche con Anguiissa, uno dei migliori in campo, per un passaggio (l’unico) sbagliato. Il tecnico si è messo a urlare: “Passaggio di mer…”. Il centrocampista, sorpreso, gli ha chiesto di calmarsi ma forse per sua fortuna Conte non ha sentito: “Non ho visto che mi ha detto calma, in quelle circostante ci vuole calma, testa e attributi. Sono contento per lui perché è un giocatore che se ha la spina attaccata sempre, in giro ce ne sono pochi come lui ma a volte la calma non va bene”.
La polemica con l’Inter
Quando gli chiedono del rigore per il presunto mani di Juan Jesus Conte si chiude un attimo a riccio: “Io penso che sia giusto che siate voi a giudicare quello che è successo. Non è giusto venire qui e lamentarmi, sono passati troppi pochi giorni rispetto all’ultima partita con comportamenti diversi da parte di altri”. Però non ce la fa a tacere del tutto. Probabilmente avrà anche letto di Rocchi che come mai prima ha bocciato Mariani, l’assistente Bindoni e il Var per il “rigorino” con l’Inter: ” Rimaniamo tranquilli e ci auguriamo che certe lamentele non condizionino Rocchi e la classe arbitrale. Dipende da chi arrivano… Se arrivano da XY si fa finta di niente, poi se si presentano i presidenti si pensa di dare un indirizzo importante. Noi non ci lamentiamo e stiamo zitti ma facciamo attenzione, non siamo scemi. Deve essere chiaro! Se qualcuno voleva mandare messaggi particolari, non va bene”.


