Ad un anno dalla vittoria in Supercoppa contro l’Inter, l’ex Porto torna a parlare dell’avventura rossonera: dall’ambiente all’instabilità societaria
Sergio Conceiçao e il suo passato rossonero. Un cerchio aperto dalla vittoria in Supercoppa e chiuso dallo scialbo successo a San Siro contro il Monza già retrocesso, prima di salutare il Milan dopo un totale di 31 partite. L’unico, insieme a Stefano Pioli, a riportare un trofeo a Milanello dal 2016 ad oggi, pur essendo uno dei manager più contestati dal popolo milanista, complice un carattere spigoloso mai digerito con particolare facilità.
Milan, Conceiçao ricorda il sigaro nello spogliatoio dopo la Supercoppa
16 vittorie, 5 pareggi e 10 sconfitte in 31 apparizioni alla guida del Milan, nel corso di un’esperienza iniziata nel migliore dei modi con la rimonta in finale di Supercoppa, ma macchiata in maniera indelebile dall’eliminazione maturata ai playoff di Champions League contro il Feyenoord. Questo è stato il Conceiçao rossonero, subentrato all’esonerato Fonseca, oggi rimpianto solo da una parte del tifo milanista.
Nonostante l’amaro epilogo, proprio i giorni della Supercoppa Italiana resteranno per sempre nel cuore dell’ex centrocampista di Lazio e Inter, che si è raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “Ricordo giorni di lavoro intensi a livello di analisi video, di motivazioni e di discorsi per entrare subito nella testa dei calciatori – ha ricordato l’attuale tecnico dell’Al-Ittihad direttamente da Gedda -. Battemmo la Juve di mio figlio Cisco e poi l’Inter in rimonta. E piansi. Il sigaro nello spogliatoio? Una promessa. I giocatori, che avevano visto dei video, mi chiesero di fumarlo in caso di vittoria. Col Porto l’avevo fatto 11 volte, ovvero dopo aver vinto trofei. L’allenatore che ne ha vinti di più. E quindi l’ho rifatto”.
Dal trofeo vinto ai problemi del Milan
Ricordi agrodolci, ma risultati che non ha certo rappresentato il peggior ruolino di marcia della storia del Milan: “Dal 2016 a oggi solo due allenatori hanno vinto trofei in rossonero: Pioli, con lo scudetto, e io – ha ribadito Conceiçao con orgoglio -. Se sommiamo i punti del nostro periodo abbiamo avuto un ritmo da Europa League, quinto posto. I risultati ci sono stati: penso ai due derby vinti e al successo con la Roma. Dispiace per la finale di Coppa Italia, ma alcune cose non mi sono piaciute”.
Non mancavano di certo i problemi a Milanello. Da un ambiente avvelenato, caratterizzato da contestazioni e mancanza di fiducia nei confronti della proprietà, alla difficoltà nel trovare continuità di risultati: “C’era instabilità a livello societario, attorno alla squadra l’ambiente non era buono. Per questo mi tengo stretto ciò che abbiamo fatto. Inoltre, la dirigenza non mi ha supportato. Le faccio un esempio: dopo aver vinto la Supercoppa giocammo col Cagliari. In quel periodo giravano già le voci che il club stesse seguendo altri allenatori. Io pensavo a lavorare e a vincere, col peso dei risultati. Non ho avuto tempo di lavorare a tutti i livelli”.
Il rapporto con lo spogliatoio del Milan
Dalle verità di Theo Hernandez al rapporto che aveva Sergio Conceiçao con lo spogliatoio del Milan, tra voci, veleni e polemiche nei momenti difficili: “Erano con me. L’ha detto anche Theo, io l’ho difeso dopo il Feyenoord quando la gente diceva che l’avesse fatto apposta a farsi espellere. In molti mi hanno scritto quando sono andato via. Io pretendo rigore, esigenza e poi relax quando c’è da rilassarsi. Se uno si presenta con un chilo in più, arriva in ritardo o cose simili io non posso tollerarlo. Per me, alla fine, i giocatori sono tutti uguali”, ha sottolineato Conceiçao.
I contatti con la Lazio e il ritorno in Italia
Dopo aver salutato il Milan, Sergio Conceiçao ha deciso di rimettersi in gioco in autunno in Saudi League, dove sono approdati anche allenatori importanti come l’ex Inter Simone Inzaghi. In estate, però, non sono certo mancate le offerte in Serie A. Tra queste, quella del presidente Claudio Lotito, poi bloccato sul mercato: “Con la Lazio ho avuto contatti, ma non solo. E anche prima di firmare per l’Al-Ittihad ho avuto offerte. Qui il campionato è competitivo, le ambizioni alte, ci si allena nel pomeriggio e non la mattina. Bisogna adattarsi alle dinamiche culturali. Ma questa è una sfida, e io amo sfide così. Ritorno in Italia? Certo, so già che lo farò“, ha annunciato Conceiçao in chiusura di intervista.


