Un trend opposto rispetto a quanto avvenuto sotto la guida dello Special One, che nei suoi due anni e mezzo ha fatto esordire 13 “bambini” facendo registrare plusvalenze importanti per il bilancio del club
La Roma sembra aver smarrito la via del vivaio. E’ sempre più difficile, da un anno a questa parte, veder un giocatore fare il “salto” dalle giovanili al gruppo dei grandi. Un trend opposto rispetto a quanto avvenuto sotto la guida di José Mourinho, che nei suoi due anni e mezzo nella Capitale, ha fatto esordire tredici “bambini” – come li chiamava lui – portando anche plusvalenze importanti per il bilancio del club.
Da Missori a Mannini, i “bambini” dello Special One
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Con il tecnico portoghese sulla panchina della Roma, dall’annata 2021-22 al gennaio 2024, sono stati tanti i giovani giallorossi ad aver esordito in prima squadra. Il primo di questa lunga lista è stato Afena-Gyan, primo classe 2003 a debuttare in Serie A con il club giallorosso nella trasferta contro il Cagliari dell’ottobre 2021 e primo della sua annata a trovare il gol nel massimo campionato italiano il 21 novembre dello stesso anno (doppietta decisiva contro il Genoa, con conseguente siparietto con il tecnico portoghese). Oggi l’attaccante ghanese, dopo le due stagioni alla Cremonese, è in forza alla Juventus Next Gen, in Serie C. Poi è stato il turno di Missori, gettato nella mischia il 26 novembre 2021 in Conference League nel finale della sfida contro lo Zorya. Un esordio con già un record in tasca, diventando il primo 2004 a disputare un match nelle coppe europee con un club italiano. Successivamente hanno trovato la prima presenza con i grandi anche Volpato, ceduto nell’estate 2023 (insieme a Missori) al Sassuolo, e Keramitsis, volato in Polonia la scorsa estate. La stagione 2022-23 ha visto invece esordire, sempre sotto la guida dello Special One, Tahirovic (ceduto poco dopo all’Ajax a peso d’oro, probabilmente più per gli elogi di Mourinho che per meriti e qualità espresse in campo), Faticanti (anche lui oggi alla Juventus Next Gen), Pisilli e Majchrzak (tornato subito in patria). Nell’ultima mezza stagione alla guida della Roma, infine, il tecnico portoghese ha dato la possibilità di esordire con la Roma a Pagano, D’Alessio, Cherubini, Joao Costa e Mannini. Quest’ultimo, classe 2006, è stato l’ultimo a fare il “salto” dalle giovanili alla prima squadra giallorossa: oggi è in scadenza di contratto con il club di Trigoria e su di lui sarebbe in pressing l’Udinese.
Pisilli l’unico in prima squadra: post-Mou nessun nuovo esordio, sei primavera in scadenza a giugno
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Gran parte di questi giovani sono stati ceduti a titolo definitivo, mentre alcuni (Pagano, D’Alessio, Cherubini) sono stati mandati a farsi le ossa in Serie B. Dei tredici esordienti sotto la guida di Mourinho nessuno è riuscito a ritagliarsi il proprio spazio in prima squadra con De Rossi in panchina, eccezion fatta per Pisilli. Per il centrocampista classe 2004, stabilmente in campo anche con Ranieri, è pronto un rinnovo fino al 2029: l’attuale legame con il club giallorosso scadrebbe nel giugno del 2026 e il 20enne romano e romanista guadagna ancora “solo” 70mila euro l’anno. Attualmente, invece, sono sei i calciatori della Primavera che a fine stagione diranno addio ai giallorossi per proseguire la carriera altrove: Marin, (promesso sposo del Psg, a Parigi lo aspetta un quinquennale da 600mila euro annui e il rilancio di Ghisolfi non sembra aver fatto breccia nel portiere italo-brasiliano), Levak, Golic, Romano, Mannini e Misitano. Ghisolfi nell’ottobre scorso aveva affermato “Il settore giovanile è molto importante, vogliamo continuare a sostenere i nostri ragazzi” ma da allora nulla è cambiato, né a livello contrattuale né in campo. E, stando a quanto raccontano gli addetti ai lavori, si tratta degli elementi di spicco della squadra di Falsini, fino alla settimana scorsa in vetta al campionato Primavera. Eccezion fatta per qualche sporadica convocazione in prima squadra (Misitano, Romano, Marcaccini) o chiamate necessarie per riempire vuoti d’organico (il portiere De Marzi), né De Rossi né Juric né Ranieri hanno attinto in modo convinto e convincente dalle giovanili giallorossi, complice un’annata a dir poco movimentata in casa Roma. Una mossa che, però, sarebbe potuta essere sostenibile anche dal punto di vista economico, senza la necessità di andare a cercare (a causa dei paletti del FPF) giocatori dai nomi poco noti ai più e “azzardare” scelte di mercato col rischio poi di rimanere con nulla in mano.
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