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La Juve senza Pogba: quanto ci rimette e quanto ci guadagna – La Gazzetta dello Sport

September 15, 2023 | by allcalcio.it

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Stefano Agresti
Se le togliamo i risvolti sportivi e anche economici, entrambi rilevantissimi, la storia di Pogba assume contorni tristi, cupi, malinconici. Dietro alla vicenda di doping c’è un campione che ha smarrito se stesso, non sa ritrovarsi, attraversa una crisi personale dalla quale non riesce a riemergere. L’estorsione presunta a opera del fratello, una serie interminabile di infortuni: situazioni che evidentemente lo hanno minato sul piano psicologico. È in questo contesto che si inserisce il testosterone, che sarebbe stato assunto su indicazione di un consulente personale e senza parlarne con i medici della Juve: una follia per un professionista di quel calibro. 
Saranno i giudici a decidere se ci sia stato dolo oppure se si sia trattato di un’inaccettabile leggerezza, e di conseguenza a stabilire la pena. Nessuno chiede clemenza per Pogba, ci mancherebbe, e nemmeno comprensione: è giusto che paghi per l’errore che ha commesso. Dobbiamo solo evitare di sintetizzare questa brutta storia con una domanda in queste ore gettonatissima: come fa uno che guadagna tutti quei soldi a comportarsi così? Il fatto è che dietro al denaro c’è l’uomo, con le sue debolezze, le sue difficoltà, i suoi sbagli. 
Il caso Pogba coinvolge ovviamente anche la Juve, che lo ha ingaggiato perché cambiasse volto alla squadra e a cui paga un ingaggio d’oro (siamo tornati agli aspetti sportivo ed economico della storia). Quanto ci rimette il club bianconero dall’inattività per doping del francese? Sul campo il prezzo che Allegri paga è indecifrabile: se il giocatore è rimasto quello della scorsa stagione, nessuno si accorgerà della sua assenza, visto che ha giocato la miseria di 161 minuti; se invece i lievi segnali incoraggianti arrivati nelle partite con Bologna e Empoli sono indicativi, allora la squadra viene sicuramente penalizzata, trattandosi di un campione di prima grandezza. 
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Poi c’è l’altra questione, quella dei soldi. La Juve, avuta notizia della sospensione di Pogba da parte del Tribunale nazionale antidoping, ha bloccato il pagamento dei suoi stipendi. Una mossa consentita dall’accordo collettivo firmato da Lega e Assocalciatori e assolutamente comprensibile da parte del club, tanto più che lo stesso giocatore non aveva accettato riduzioni d’ingaggio per il lungo periodo di inattività. In aggiunta, se si arrivasse alla squalifica, la Juve potrebbe chiedere la risoluzione del contratto, che dovrebbe essere valutata dal Collegio arbitrale. Scelta dura, ma condivisibile allo stesso modo della precedente: perché mai una società dovrebbe continuare a pagare 10 milioni a stagione per un calciatore che – per propria responsabilità – non può giocare? A quel punto, il risparmio per la Juve sarebbe importante: oltre 30 milioni per i rimanenti tre anni di contratto. Considerate le difficoltà economiche dei nostri club, incluso quello bianconero, è innegabile che la vicenda Pogba fornirebbe un aiuto ai conti della società. La quale, non a caso, ha provato inutilmente per tutta l’estate a convincere il francese a trasferirsi in Arabia.

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