Se si giocassero i primi 45′ i bianconeri sarebbero alle spalle del Napoli. Mentre solo il Monza fa peggio nel secondo tempo: un differenziale troppo ampio per non imporre qualche riflessione
Una Juve a due facce: primi tempi da scudetto e secondi da retrocessione. A Bologna la Juve ha confermato un aspetto già emerso ampiamente nelle sei partite della gestione Tudor: non dura mai più di 45 minuti. A partenze lanciate fanno da contraltare cali notevoli con lo scorrere del tempo sul cronometro, che ai bianconeri sono costati 4 punti in totale. E in una classifica equilibratissima, con quattro squadre in due punti e il rischio che a decidere la qualificata al quarto posto siano gli scontri diretti o la differenza reti, rischiano di pesare tantissimo.
i secondi tempi della juve di tudor
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Se dei 540′ della gestione Tudor avesse giocato soltanto i primi 270′ (cioè i 6 primi tempi) la Juventus avrebbe un rendimento quasi perfetto: 15 punti su 18. I bianconeri, infatti, hanno sempre chiuso in vantaggio all’intervallo, tranne a Parma, dove erano sotto per 1-0. Se, al contrario, la squadra juventina avesse giocato solo i secondi 270′ (cioè i 6 secondi tempi) non avrebbe mai vinto: tre pareggi (contro Genoa, Parma e Monza) e tre sconfitte (a Roma, col Lecce e a Bologna). Se solo il Napoli (16) ha fatto meglio della Juve di Tudor nei primi tempi, solo il Monza (1) ha fatto peggio dei bianconeri nei secondi. Un quadro, tra l’altro, opposto rispetto a quello che accadeva nella gestione Motta: Juve settima (41 punti) nei primi 45′ con l’italo-brasiliano e quarta (50) nei secondi 45′.
tudor e la rosa della juve
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Per Tudor, comunque, risultati troppo diversi e un differenziale troppo alto di rendimento per non imporre qualche riflessione. Chiaro che non si può non considerare che, spesso in vantaggio all’intervallo, la Juve abbia di fatto provato a gestire nella ripresa. La sensazione, però, è che questa squadra non abbia le caratteristiche fisiche per supportare il gioco dispendioso di pressing alto e riaggressione che chiede il nuovo allenatore. Un aspetto che, tra le righe, elogiando il Bologna, anche lo stesso tecnico croato aveva sottolineato alla vigilia: “Nel calcio moderno, la fisicità annulla tanto la qualità. Il Bologna ha tanto di questa roba qua, per le caratteristiche dei giocatori possono reggere quel tipo di calcio, e sono tutti così. Sono dieci”. Come a voler far capire che lo stesso non si può dire per la rosa bianconera. Il fatto, poi, che la rosa si trovi spesso ridotta all’osso (a Bologna c’erano 8 indisponibili tra infortunati e squalificati) e che i cambi non incidano (nessun giocatore subentrato con Tudor ha messo la firma sul risultato finale) non aiuta a mantenere la stessa intensità da un tempo all’altro. E per vincere la volatona per la Champions, la Juve non può permettersi di giocare solo 45 minuti…
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