Kolo Muani, il gol in Juve-Monza e quell’esultanza che sa di messaggio per il futuro

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Dopo oltre due mesi di digiuno il francese della Juve è tornato al gol contro il Monza. E l’esultanza è un messaggio per il presente e per il futuro

Partendo dalla fine, ovvero dal gol appena fatto, l’immagine è quella di un attaccante liberatosi di un fardello pesantissimo. Perché Kolo Muani era arrivato a fine gennaio, voluto da Thiago Motta, per portare la Juve in Champions League a suon di gol in un attacco in cui Vlahovic era finito ai margini e Milik non pervenuto dall’estate. Ci voleva l’ultima in classifica, con più di un piede in B, per rivedere il Randal dei primi tempi. Il suo gol al Monza è arrivato al 33′, dopo quello di Nico Gonzalez – altro gradito ritorno allo Stadium – ma soprattutto dopo due mesi e mezzo dalla doppietta al Como dello scorso febbraio. Otto incontri di fila senza reti e un periodo in cui alla Juve è successo di tutto, dal cambio di allenatore al prendi e molla col quarto posto; eventi, di squadra, e digiuno, personale, che avevano riportato a galla dubbi e perplessità sull’utilità di un centravanti che dopo le prime tre gare si era spento inspiegabilmente. Una soluzione aveva provato a trovarla Motta, poi Kolo Muani è diventato una questione “tudoriana” e proprio col croato in un mese ha giocato in tutti i modi: facendo la staffetta con Vlahovic, insieme al serbo e senza di lui. E la miglior versione del francese si è vista di nuovo senza il numero 9. Un dato che il suo allenatore non commenta e archivia con diplomazia: “Sono due giocatori forti”.

il gesto di kolo muani

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Il primo gol l’ha fatto al Napoli: lui titolare, Dusan subentrato al suo posto all’82’. Il secondo e il terzo, contro l’Empoli, sono arrivati in un’altra partita che lui aveva iniziato dal primo minuto mentre Vlahovic era entrato in campo al 65′, ma al posto di Yildiz (i primi 25 minuti di Randal e Dusan in campo insieme). Cinque giorni dopo, contro il Como, altra doppietta e di nuovo titolare. E DV9? Novanta minuti in panchina. In sostanza, tutti i 6 gol di Kolo Muani con la maglia della Juventus hanno sicuramente una cosa in comune: non c’era mai Vlahovic in campo. Per scelta tecnica o per infortunio come con il Monza. A metà tra la coincidenza e una piccola indicazione per il futuro. Ma l’esultanza del francese, dopo varie smorfie per qualche tentativo fallito, ha detto molto. Ha guardato in faccia i tifosi, ha sbattuto le mani sui cartelloni pubblicitari, si è lasciato andare a un urlo liberatorio e a un gesto che non è passato inosservato. E prima di essere sommerso dai compagni ha indicato lo stemma ma un po’ anche se stesso. Un gol per la maglia che indossa e una rete che gli ha permesso di ribadire: “Questo sono io”. Quello che segna. Ora e magari anche in futuro, e sempre in bianco e nero. Molto dipenderà dalla qualificazione in Champions ma in caso di quarto di posto di Madama, Giuntoli alzerebbe presto il telefono per tornare a dialogare con il Psg per trattenere ancora Randal a Torino, magari con un altro prestito e un’opzione d’acquisto. Ma i discorsi estivi adesso non devono deconcentrare l’attaccante ritrovato. Anche perché con le assenze di Vlahovic e Yildiz, i suoi gol serviranno eccome. A prescindere da quello che succederà in estate: “Il mio futuro nessuno lo sa, non so se sarà ancora alla Juventus o lontano, ma sono contento di aiutare la squadra quando gioco o quando non gioco. Io sono a disposizione di questo gruppo”. Tudor lo sa, ora se lo ricordano anche i tifosi.

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