La giocatrice della Juve racconta: “Capisco di rappresentare qualcosa. Molti pregiudizi sono caduti, alcuni resistono. Il calcio femminile è come una start-up”
Ai Topolini funzionava così: se il pallone finiva in acqua, bisognava recuperarlo in fretta. “Ma soprattutto divertirsi con gare di tuffi. Il principio di base era bagnare più gente possibile”. Lungomare di Trieste all’inizio del Millennio, Sara Gama era una ragazzina vivace che passava il tempo giocando a calcio appena poteva, in strada, ovunque. E ai Topolini, uno spazio balneare comunale che prende il nome dal fatto che è a forma di Topolino orecchie comprese, le partitelle duravano fino a sera. Sara, lei era la prima a tuffarsi, forse anche per questo la chiamavano Speedy. “È un soprannome che mi ha dato Mauro, il mio primo allenatore, detto Cowboy. Io ero veloce e lui mi chiamava Speedy, un soprannome che mi ha seguito dappertutto, da quando avevo 14 anni, ma ne ho altri”.