Juventus, riflessioni di Elkann su Giuntoli. La Champions ‘rafforza’ il dt ma…

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Ai piani alti del club si immaginavano uno sviluppo diverso della stagione: Elkann non è contento e non ha ancora sciolto le riserve sul futuro della struttura

Giovanni Albanese

Collaboratore

Sarà una settimana intensa in casa Juventus, di scelte e pianificazione. Il riposo di sette giorni concesso alla squadra, attesa alla Continassa da lunedì 2 giugno per preparare il Mondiale per Club, consente di entrare nel vivo delle analisi sulla stagione appena trascorsa e, dunque, sul funzionamento dell’area sportiva. L’estate scorsa c’erano ben altre aspettative sul primo campionato targato Giuntoli: il quarto posto, che consentirà di partecipare alla prossima Champions League con tanto di budget utile al bilancio, rafforza la posizione del dirigente ma non la consolida del tutto. Se è vero che il manager è stato molto abile a ridimensionare i costi, sul piano sportivo ha mancato quasi tutti gli obiettivi prefissati, a partire dalla qualificazione agli ottavi di Champions League di quest’anno e passando dalla Coppa Italia, dove i bianconeri sono stati esclusi malamente dall’Empoli ai quarti. L’ultimo posto utile per la massima competizione europea è giunto solo negli ultimi novanta minuti del campionato: a Venezia è stata un’altra partita al cardiopalma, in cui la Juve ha dovuto soffrire tanto. 

MERCATO

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Ai piani alti del club, delle riflessioni ci sono anche sul conto di Giuntoli. Elkann avrebbe immaginato uno sviluppo diverso della stagione: non è contento e non ha ancora sciolto le riserve sul futuro della struttura. Anche se le recenti dichiarazioni di Scanavino, suo uomo fidato e amministratore delegato del club, lasciavano intendere la volontà di continuare a programmare il futuro con l’attuale uomo mercato della Juve. Che sostiene da tempo – idea tra l’altro condivisa da Tudor, oltre che dallo stesso a.d. bianconero – che la rosa andrebbe semplicemente potenziata con 2-3 rinforzi mirati, per essere essere competitiva per lo scudetto e per l’Europa. Una tesi che andrebbe sposata da Conte, nel caso in cui fosse lui il nuovo allenatore, e che rischia d’incepparsi nei tempi ristretti che avrà la Juve nella prima parte del mercato: nei primi dieci giorni di giugno, quando le società impegnate al Mondiale per Club potranno operare sui trasferimenti, alla Continassa si dovrà pensare soprattutto a smaltire i costi di chi non è mai entrato nel vivo del progetto come Douglas Luiz o di chi, rimanendo a Torino, andrebbe a maturare dei bonus a premio come Vlahovic. La sensazione è che per il colpi a effetto bisognerà aspettare la seconda parte del mercato, col rischio di arrivare molto lunghi come nella scorsa estate. 

SCELTE

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Tante scelte di Giuntoli, sul mercato e non solo, verranno adesso pesate a giochi fermi. E sarà un momento decisivo, inevitabilmente, perché, in caso di fiducia rinnovata, verrebbe tracciato il nuovo punto di partenza del nuovo ciclo della Juve, congelando gli errori di quest’anno. Dalla scelta di Thiago Motta, poi esonerato per fare spazio a Tudor, alla vendita a prezzi bassi di qualche giovane che è esploso presto altrove (il caso Huijsen è quello che pesa di più), ovviamente alla stagione poco soddisfacente sul piano dei risultati sportivi: sono molti i temi che dovranno essere allineati alla volontà di portare avanti il progetto attuale, magari solo con l’inserimento nell’area sportiva di Chiellini, fin qui tenuto ai margini ma utile risorsa. Alle questioni da chiarire si è aggiunta anche quella del tecnico, dopo l’ultima uscita di Tudor. L’allenatore pretende chiarezza immediata sul futuro e non ha fatto giri di parole per dire che non intende guidare la squadra al Mondiale per Club se non sarà confermato: l’accesso alla Champions ha fatto scattare un anno in più di contratto per lui, ma il club potrà pagare una penale entro il 30 luglio. La patata bollente ora è tra le mani di Giuntoli, che non può certo liberare il tecnico croato senza la certezza di prendere Conte; e senza aver trovato una soluzione per il torneo negli States, anche se – dopo lo sfogo di Tudor – sembra sia riuscito a convincere l’allenatore a rimanere fino al Mondiale per club.



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