Juventus, pazza idea scudetto. Cos’è cambiato in 33 giorni

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La squadra di Motta, dall’inferno al paradiso nel giro di poco più di un mese, spera in un finale di stagione clamoroso e il sogno è un altro “5 maggio”

Filippo Cornacchia

Giornalista

Il sorriso di Motta, la smorfia di Cambiaso, l’ottimismo di Yildiz. Nessuno lo nomina apertamente, ma tutti lo sognano da lunedì notte. L’obiettivo della Juventus resta la qualificazione alla prossima Champions, però adesso la classifica apre orizzonti nemmeno immaginabili fino a qualche settimana fa. Una rimonta tira l’altra. A forza di inseguire il quarto posto, la priorità per le casse del club, la Signora si è ritrovata a ridosso del terzetto di testa. Escalation che non avrebbe potuto pensare nemmeno il più fiducioso dei tifosi dopo la sconfitta del Maradona (29 gennaio) e il -16 dall’allora Napoli capolista, poi ridotto a -14 il turno successivo con il primo dei 5 successi di fila. Dall’inferno al paradiso in 33 giorni. Da un distacco in doppia cifra alle attuali distanze: l’Inter è 6 punti sopra, il Napoli 5 e l’Atalanta 3. Merito delle (ultime) cinque giornate della Juventus.

Quindici punti tra Empoli, Como, Inter, Cagliari e Verona. Una rimonta silenziosa in mezzo al rumore e alle polemiche per la doppia eliminazione ai playoff di Champions e ai quarti di Coppa Italia. Tutto si può rovesciare in fretta nel calcio. Nello spogliatoio della Continassa in meno di una settimana sono passati dal confronto con Motta e la dirigenza dopo l’umiliazione contro le riserve dell’Empoli alla pazza idea di provare a regalarsi un finale tanto clamoroso quanto inaspettato. Il campionato finirà il 25 maggio, ma il sogno nel cassetto dei bianconeri è un altro “5 maggio”, ossia uno scudetto al fotofinish e contro ogni pronostico. Come dire: puntiamo alla Champions e a conquistare più punti possibili nelle ultime undici giornate e se poi le altre rallentano… Alla Continassa si sono fatti due conti sulla quota per garantirsi la qualificazione all’Europa che conta – almeno 70 punti – ma non si sono spinti oltre nei calcoli. Le tabelle si fanno per gli obiettivi, non per i sogni. E adesso, da Motta in giù, la parola d’ordine è soltanto una: Atalanta. Domenica la squadra di Gasperini sarà allo Stadium e battere la Dea significherebbe agganciare i nerazzurri al terzo posto.

Le armi in più

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Se la Juve è ripartita dopo l’umiliazione della Coppa Italia, i meriti sono anche di Motta e dei faccia a faccia franchi con i giocatori. La squadra ha sempre riconosciuto la schiettezza dell’italo-brasiliano, abituato a parlare anche dei singoli davanti al gruppo (i casi sono tanti: da Danilo a Vlahovic), ma ha sempre lamentato la poca empatia del tecnico. Non è bastato un discorso per ricrearla come con un colpo di bacchetta. I confronti sono serviti a mettere un punto e ricompattarsi. Un po’ di polvere è sparita e un altro po’ è tornata sotto al tappeto come in questi mesi. È la magia dei risultati e dei sogni. L’idea è pazza e accarezzata sottovoce, ma i punti di forza per il rush finale sono concreti. Dall’esplosione di Thuram al ritorno al gol di Koop fino al nuovo muro Gatti-Kelly: i bianconeri hanno vinto le ultime 3 gare senza subire gol e sono tornati la migliore difesa della A.



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